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Islam politico: può una cultura dei diritti unire e riconciliare?

Suggestioni tematiche: L’Islam politico non viene forse banalizzato in movimento criminale, sottovalutando la ricchezza che quella cultura può portare al dibattito politico e alle questioni sociali nella regione? / Relazioni possibili tra la cultura dei diritti della Sinistra europea e i valori dell’Islam politico / Prospettive di riconciliazione nazionale e di stabilità regionale dopo il declino dei Fratelli musulmani

Obiettivo del dialogo: Aprire un dibattito senza pregiudizi sull’apporto post-rivoluzionario delle pratiche dell’Islam politico per la convivenza interculturale e la promozione di diritti universali sulle due sponde del Mediterraneo.

Sintesi di Debora Del Pistoia, COSPE (moderatrice)

Hanno partecipato:  Fariza Ghadanfar Ahmed Beseiso, attivista della società civile e dei diritti umani, fondatrice del movimento Women’s Initiative For Equity (WIFE), che mira a promuovere l’equità di genere nei luoghi di lavoro, e responsabile di programmi per l’istituto Civitas di Gaza; Mohammad Tolba (via Skype), attivista egiziano salafita e imprenditore nel campo dell’informatica, uno dei primi manifestanti di sensibilità religiosa a raggiungere piazza Tahir durante la rivoluzione del 2011, e fondatore di Salafyo Costa (I Salafiti che siedono al caffé Costa); Ernesto Pagano (via Skype), arabista e autore di documentari, collaboratore di varie testate e programmi televisivi, e regista del filmNapolislam, un documentario sulle conversioni all’Islam a Napoli; Gianluca Solera, attivista e scrittore, che ha militato nei movimenti verdi, è stato coordinatore delle reti della Fondazione Anna Lindh per il dialogo tra le culture, ed attualmente dirige il dip. Italia/Europa/Mediterraneo e Cittadinanza globale del COSPE.

 

Il dibattito sul rapporto e la compatibilità dell’islam con la democrazia non è certo nuovo ed è spesso fonte di confronto e scontro, talvolta di polemica e di narrazione strumentale al discorso occidentale, che descrive  l’Islam politico come un blocco unitario e omogeneo con cui ogni forma di dialogo è impensabile. La discussione di questo dialogo non verte però sull’esistenza teorica di un “islam politico moderno e democratico”, ma sulla necessità di aprire un dibattito sulle pratiche dell’Islam politico moderato e la possibilità di sviluppare uno spazio di dialogo e di riconciliazione con i movimenti islamisti moderati presenti nel contesto post-rivoluzionario arabo, per promuovere alleanze per una convivenza interculturale e i diritti universali sulle due sponde del Mediterraneo. La recente affermazione dell’Islam politico con dei partiti islamisti in Egitto e in Tunisia, entrambi vincenti nelle prime elezioni libere post-rivoluzionarie, ha portato ad una valutazione negativa rispetto alla compatibilità di questi ultimi con i valori democratici e di cittadinanza. Queste esperienze hanno dimostrato che i partiti ispiratisi alla Fratellanza Musulmana nei due Paesi hanno implementato politiche reazionarie caratterizzate dalla repressione del dissenso, violazione dei diritti umani e un’accettazione omologata del modello economico neo-liberale. Come sostenuto anche da intellettuali come Samir Amin, i partiti dell’Islam politico finora andati al potere più che applicare i valori dell’Islam hanno applicato valori antidemocratici in un ordine perfettamente strumentale agli obiettivi dell’imperialismo dominante e subordinato alle esigenze del liberalismo economico mondializzato (“islamismo capitalistico”). Trovandosi di fronte alla necessità di dare una giustificazione politica al loro progetto dopo anni di oppressione politica, questi partiti hanno costruito il loro progetto politico a partire dal riferimento all’Islam, ma si sono trovati ad accettare il modello economico liberale, restandone prigionieri. Dopo il declino dei Fratelli Musulmani in Tunisia e in Egitto, la repressione di Stato rispetto ai movimenti islamisti in tutte le loro declinazioni come forma di soppressione del dissenso ritorna a manifestarsi violentemente, riesumando le antiche pratiche repressive dei regimi autoritari pre-rivoluzionari, colpevoli di aver disintegrato il carattere pluralistico delle società e di aver fomentato il proliferare di organizzazioni islamiste radicali.

E’ possibile oggi pensare ad una diversa relazione con l’Islam politico moderato che non lo banalizzi semplicemente in movimento criminale, ma che valorizzi la ricchezza che questo può apportare al dibattito politico e alle questioni sociali nella regione? Quali sono oggi le prospettive di riconciliazione nazionale e di relazione tra la cultura dei diritti della Sinistra Europea e i valori dell’islam politico?

L’intervento di Mohamed Tolba apporta da subito elementi interessanti. Tolba è un attivista salafita egiziano, uno dei primi manifestanti di sensibilità religiosa a raggiungere Tahrir Square durante la rivoluzione del 2011. Sottolinea il valore dell’esperienza sperimentale di Salafyo Costa, un movimento fondato nell’aprile del 2011 che riesce a riunire persone dalle diverse sensibilità religiose e identitarie, tra cui salafiti conservatori, seguaci dei Fratelli Musulmani, liberali e progressisti, oltre a cristiani coopti. Il gruppo evolve velocemente in un movimento sociale che si avvale di strategie pilota per promuovere la convivenza e il dialogo tra le diverse anime interne, partendo dalla consapevolezza di dover spezzare la diffidenza generalizzata verso i salafiti. Tra le varie pillole, cita l’organizzazione di partite di calcio e attività ludiche. Il movimento, che conta oggi fino a 25.000 aderenti, può essere considerato come un’esperienza unica nel mondo arabo per essere riuscito a forgiare un’identità comune nella promozione sia dei valori della rivoluzione del 25 gennaio che dell’unità in una società sempre più polarizzata. Tolba considera che la comprensione inter-religiosa, il pluralismo e la diversità culturale possano essere promossi proprio a partire dal riunire persone dai background religiosi, etnici ed ideologici diversi nell’elaborazione di un’identità complessa comune. L’esperienza di Salafyo Costa dimostra che le lotte sociali e politiche possono essere sviluppate evitando divisioni sociali e identitarie.

Ernesto Pagano, nel suo intervento, spiega che molti degli/lle italiani/e convertiti all’Islam esprimono un forte bisogno di spiritualità e allo stesso tempo una ricerca identitaria che possa dare un nuovo senso esistenziale. Pagano sottolinea come l’Islam rappresentato dai napoletani convertiti non risulti un blocco monolitico che annichilisce l’identità e la cultura di coloro che si convertono. Esso dialoga e si intreccia con le tradizioni locali e si declina anche nelle abitudini culturali, definendo un’identità composita e complessa. L’esempio rilevante è quello della pasticceria tradizionale locale che diventa “halal” (lecito, conforme ai precetti della legge islamica) o della sovrapposizione nella stessa piazza del culto della Modonna del Carmine con la preghiera di fine Ramadan. Valori simili e convergenti della popolazione napoletana e musulmana si incontrano e di mescolano nell’esperienza della conversione, portando un esempio interessante dell’Islam come forma di convivenza pacifica e aperta al confronto.

Fariza Beseiso, partendo dall’analisi delle ragioni che hanno portato alla vittoria di Hamas a Gaza nel 2006 e alla dimensione socio-politica del contesto palestinese in cui è andato ad inserirsi, afferma che l’esperienza di governo di Hamas sia una dimostrazione del fallimento di un possibile Islam politico moderato e democratico. A questo, aggiunge che il dialogo con gli islamisti moderati debba essere promosso e sviluppato a partire dall’attualità, per poter permettere anche ai movimenti islamisti di acquisire l’esperienza necessaria per poter raggiungere una consapevolezza politica che permetta loro di essere presenti e avere un ruolo consapevole nel gioco democratico. Le strategie comuni di mobilitazione della società civile laica e islamista moderata restano quindi a suo avviso importanti.

Gianluca Solera ricorda l’urgenza di avviare una riflessione rispetto al rilancio del dialogo con i gruppi e i movimenti islamisti moderati, con l’obiettivo di promuovere valori comuni e riconosciuti da entrambi aldilà delle affiliazioni ideologiche. Il considerare le forze secolari nel mondo arabo come uniche interlocutrici e portatrici dei valori universali potrebbe bloccare sul nascere la possibilità dell’emergenza di forze politiche islamiste nel contesto democratico e inasprire lo scontro sul piano identitario. La questione non può essere semplificata ad una banale differenza tra islamico o secolare, poiché nel contesto arabo-musulmano l’integrazione tra religione e politica è inevitabile. A partire da questa considerazione, quindi, la sfida è proprio quella di riuscire ad integrare le correnti islamiste in un contesto democratico, e di avviare un dibattito evoluto che esuli dai rischi di polarizzazione e riduzione della politica a questioni di identità. Se la Sinistra europea con posizioni progressiste in campo economico riuscisse ad abbattere i pregiudizi che la portano ad ostracizzare sistematicamente le correnti dell’Islam politico moderato che promuovono valori universali, e a costruire con queste alleanze, una nuova dinamica di resistenza e lotta per i diritti tra le due sponde del Mediterraneo sarebbe possibile, oltre alla costruzione di un concetto di cittadinanza comune e complesso.

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COSPE - TOGETHER FOR CHANGE
È passato un anno e mezzo da quando, nel 2021, l' È passato un anno e mezzo da quando, nel 2021, l'azienda GKN Driveline ha avviato la procedura di licenziamento dei 422 operai dello stabilimento di Campi Bisenzio: da allora la vertenza portata avanti dal collettivo di fabbrica è andata oltre la difesa dei posti di lavoro trasformando il  presidio permanente dello stabilimento di Campi Bisenzio nel cuore di una mobilitazione che da Firenze si è diffusa in tutto il paese, facendone il  punto di aggregazione e riflessione collettiva sui problemi del territorio, delle delocalizzazioni e della sostenibilità. ⁠
Una mobilitazione che è anche un progetto: quello di una fabbrica socialmente integra, ecologicamente ed economicamente sostenibile.⁠
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COSPE riconferma la solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della GKN e aderisce alla manifestazione indetta dal collettivo di fabbrica e invita tutti a partecipare sabato 25 Marzo a Firenze (ore 14.00 viale Guidoni angolo via Forlanini).⁠
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Leggi di più ➡ (link in bio)⁠
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#TogetherForChange #insorgiamo #GKNnonsitocca
Oggi è la giornata mondiale dell’acqua e voglia Oggi è la giornata mondiale dell’acqua e vogliamo porre ancora l’attenzione sull’Angola, paese che sta affrontando la peggior siccità di tutti i tempi. ⁠
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“I pozzi sono secchi e i fiumi scomparsi, i terreni spaccati dall’arsura e i raccolti e pascoli bruciati dal caldo prolungato.”⁠
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Guarda l’intervista di @mar.mes.89 alla nostra Enrica Colazzo su @teleambiente ➡️ (link in bio)⁠
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#togetherforchange #angola #weangola #wateremergency #africa #panafrican #emergenzasiccità #drought ⁠
#climatechange #climateaction #climatecrisis #climatechangeisreal #climate #WorldWaterDay⁠
"𝑉𝑜𝑟𝑟𝑒𝑖 𝑖𝑛𝑣𝑖𝑡𝑎 "𝑉𝑜𝑟𝑟𝑒𝑖 𝑖𝑛𝑣𝑖𝑡𝑎𝑟𝑣𝑖 𝑎𝑑 𝑎𝑙𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑢𝑛 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑒 𝑎 𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑙𝑚𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑜. 𝐶ℎ𝑖𝑢𝑑𝑒𝑡𝑒 𝑢𝑛 𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑟𝑎𝑠𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖𝑐𝑜 ℎ𝑎 𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑣𝑜𝑖, 𝑠𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑡𝑒 𝑣𝑖𝑠𝑠𝑢𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎, 𝑜𝑘𝑎𝑦? [...]⁠
𝑆𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑡𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑠𝑢 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑑𝑖𝑡𝑎, 𝑠𝑎𝑝𝑝𝑖𝑎𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑝𝑟𝑖𝑣𝑖𝑙𝑒𝑔𝑖𝑜 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜. 𝐸 𝑛𝑜, 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 - 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑆𝑎𝑏𝑟𝑖𝑛𝑎 - 𝑚𝑎 𝑙𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑒𝑟𝑎̀ 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑒𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑑𝑒 𝑎𝑙 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑜 𝑐𝑜𝑙 𝑝𝑢𝑔𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑠𝑜 𝑎𝑙 𝑣𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑓𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜." (@sabrinaefionay, "Addio, a domani") ⁠
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Decolonizzare gli sguardi, cambiare la narrativa dei corpi, combattere l'indifferenza che ferisce e talvolta uccide. Siamo da sempre impegnatз contro ogni razzismo e per la cultura dei diritti e delle differenze.⁠
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Scopri di più ➡️ (link in bio)⁠
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#humanrights #equality #blackculture #equalrights #dirittiumani #noracism #stopracism #anntiracism #endracism #fightracism #saynotoracism #norazzismo #razzismo #noalrazzsmo #equalityforall
I fiumi sono scomparsi, si scavano buche a mani nu I fiumi sono scomparsi, si scavano buche a mani nude in cerca d’acqua, i campi di mais, miglio e sorgo sono una desolazione. ⁠
Il sud dell'Angola sta vivendo la peggiore siccità di sempre. ⁠
COSPE ha lanciato un'azione urgente per far fronte a questa emergenza. ⁠
L'acqua e la dignità non hanno prezzo ma i pozzi però, hanno un costo. ⁠
Aiutateci a costruirli affinché le donne e i bambini angolani non debbano percorrere decine di chilometri ogni giorno per procurarsi acqua pulita⁠
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#togetherforchange #angola #weangola #wateremergency #africa #panafrican #emergenzasiccità #drought ⁠
#climatechange #climateaction #climatecrisis #climatechangeisreal #climate
La violenza contro i palestinesi è aumentata per La violenza contro i palestinesi è aumentata per il settimo anno consecutivo, tra aggressioni fisiche, danni alle proprietà e distruzione degli alberi d’ulivo. 81 le persone palestinesi uccise dall'inizio dell'anno, centinaia gli arresti arbitrari, gli espropri in una situazione sempre più incandescente dove a prevalere dovrebbe essere solo il diritto internazionale.⁠
Giovedì 16 marzo alle 18.00 a Firenze - Piazza Tasso, sala ex Leopoldine - la Relatrice speciale del Consiglio per i diritti umani dell'Onu sulla situazione nel territorio palestinese occupato presenterà i dati del rapporto 2022 e ne discuterà con noi e il pubblico in sala.⁠
COSPE continuerà ad essere dalla parte della società civile palestinese che si impegna per l'affermazione dei propri diritti, nella sua volontà di autodeterminazione. ⁠
Leggi di più ➡ (link in bio)⁠
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#dirittisempre #dirittiinsieme #dirittiumani #humanrights ⁠
#socialgood #causes #socialimpact #palestina #palestine
"L’accesso delle donne di origine straniera alla "L’accesso delle donne di origine straniera alla politica è ancora più ostacolato, in quanto si portano dietro tutte quelle forme di discriminazione dovute all’appartenenza di genere, perciò l’ostacolo più grande da superare è, ahimè, proprio determinato dal fatto di essere donna."⁠
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Si parla ancora troppo poco delle multiple discriminazioni che colpiscono le donne con background migratorio, soprattutto per l'accesso alla partecipazione politica. Grazie a Sara Rouibi che ce ne ha parlato.⁠
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Con il progetto #EMVI noi vogliamo cambiare direzione sostenendo la partecipazione delle persone migranti alla progettazione e all'attuazione di politiche locali per una società più aperta e di tuttз.⁠
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---Per maggiori info sul progetto -> (link in bio) ⁠
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#weparticipate⁠ #EMVIproject #migrazioni #nuovegenerazioni
Una strage infinita. 26.000 le persone morte o dis Una strage infinita. 26.000 le persone morte o disperse nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni. 2.406 solo nel 2023. dati purtroppo parziali, ai quali è necessario aggiungere un numero altrettanto imprecisato di morti lungo le rotte terrestri. Si può fare qualcosa oltre all'umano cordoglio e alla morale indignazione? ⁠
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Domani aderiamo alla manifestazione a Cutro per esprimere vicinanza alle vittime e ai famigliari ma anche per chiedere a gran voce insieme a tantissime associazioni e reti che negli anni hanno denunciato con noi quali tragiche conseguenze le politiche migratorie securitarie stavano generando sulle rotte e nei paesi di origine e transito delle migrazioni. ⁠
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Effetti perversi di politiche di cosiddetto contenimento che sprecano fondi pubblici per pagare guardie costiere di paesi corrotti, erigere muri, barriere, e vincoli assurdi al diritto alla mobilità, negando il diritto di asilo e protezione da paesi che conosciamo bene - come l'Afghanistan - per cui si esprime solidarietà ma poi si nega l'ingresso alle tante donne e attiviste/i per i diritti umani che fuggono da quei regimi liberticidi. ⁠
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Si può fare qualcosa allora? Noi rispondiamo di sì e ti invitiamo sia a partecipare - se non fisicamente - esprimendo con una fascia bianca al braccio la propria adesione e dall'altra a seguire la proposta che insieme al Forum per Cambiare l'Ordine delle Cose facciamo per un Nuovo Patto Europeo per l'Immigrazione e l'Asilo - ⁠
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Inviaci la tua foto da condividere nella nostra wall of justice e leggi le nostre proposte qui (link in bio)⁠
#fermarelastrage #migration #humanrights #justice #refugees ⁠
#socialgood #causes #nonprofit #socialimpact #volunteer
«Non so davvero quanto potremo ancora resistere» «Non so davvero quanto potremo ancora resistere», sospira Muafiquiape Kaliatha, un’anziana donna di etnia cuvale.⁠
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In Angola stanno vivendo la peggior siccità degli ultimi 40 anni e le più colpite sono le donne costrette a percorrere anche 30km al giorno per cercare acqua spesso senza trovarla. ⁠
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Noi di COSPE siamo al loro fianco promuovendo la nascita di orti comunitari dove si sperimentano sementi locali che resistono alla siccità, e tecniche agro-ecologiche con irrigazione virtuosa, goccia a goccia. ⁠
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Dona ora per non far fare a queste donne un passo in più: weangola.cospe.org ⁠
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#togetherforchange #angola #weangola #wateremergency #africa #panafrican #emergenzasiccità #drought ⁠
#climatechange #climateaction #climatecrisis #climatechangeisreal #climate #pastoralists #pasture
Siamo scesз in piazza con NON UNA DI MENO per rib Siamo scesз in piazza con NON UNA DI MENO per ribadire che serve un cambiamento radicale in Italia e nel mondo.

Da 40 anni l’ottica di genere e il sostegno e il lavoro insieme ai movimenti di donne è centrale nel nostro agire.

Per questo ci siamo oggi e ci saremo sempre per gridare #LOTTOMARZO

Leggi di più: (link in bio)

#women #womenrights
#stopviolence #worldofwomen
#genderinequality #activism
#humanrights #socialchange #activist #cause #advocacy #causes #socialgood #togetherforchange #lottomarzosempre
Asma è una delle donne con cui COSPE lavora in Pa Asma è una delle donne con cui COSPE lavora in Palestina nel progetto Donne e Democrazia, sostenuto da @aics_cooperazione_it. Siede come unica donna nello shadow council, l’assemblea rappresentativa del villaggio, ed è infaticabile nel suo impegno a favore delle altre donne e bambine. ⁠
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Di lei e delle altre donne che abbiamo definito apripista, racconta il servizio di Laura Silvia Battaglia (@battgirl74), andato in onda su @tv2000it e che potete rivedere qui ➡ (link in bio)⁠
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#togetherforchange #lottomarzo #donnedemocrazia #illuminareleperiferie ⁠
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#womenleaders #womenshistorymonth #empoweredwomen #womenempowerment #womenpower #female #womenshistory #womeninleadership #feminism #femaleempowerment #womensrights
Link Her In è finalmente in partenza 🌷 ⁠ Abb Link Her In è finalmente in partenza 🌷 ⁠
Abbiamo selezionato un gruppo di donne con diverse origini che lavoreranno insieme a volontarз e professionistз alla loro inserimento socio-lavorativo sul territorio.⁠
Domani inizia il corso di italiano per le donne e lo spazio dedicato allз loro bimbз  presso gli spazi del Treno della Barca dove @hayat.aps lavora.⁠
Il progetto si realizza grazie al Settore Biblioteche e Welfare Culturale/@pattoletturabo, Settore Cultura e Creatività del @comunedibologna, Quartiere Borgo Panigale-Reno, @fondazioneinnovazioneurbana e con il contributo di @fondazionecarisbo @fondazionedelmonte⁠
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Per ulteriori informazioni sul progetto ➡ (link in bio)⁠
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#linkherin #bologna #lavoro #diritti
#COSPErisponde Lunedì vi abbiamo fatto qualche do #COSPErisponde
Lunedì vi abbiamo fatto qualche domanda sull’Angola. Vi rispondiamo con questo reel. 

Vi ricordiamo che l’Angola sta affrontando una delle peggiori siccità e voi potete fare la differenza donando su https://weangola.cospe.org
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#togetherforchange #socialgood #angola #causes #afro #travel #luandaangola #africa #luanda #african #philanthropy #dogood #activism #nonprofit #fundraising #volunteer #giveback #donate #charity #change
Il sud dell’Angola è flagellato dalla siccità. Il sud dell’Angola è flagellato dalla siccità. Qui molte persone, spesso donne, sono costrette a percorrere circa 30 chilometri per raggiungere la fonte d’acqua più vicina. Dopo aver camminato così a lungo, molto spesso quello che trovano sono solo pozzanghere con più fango che acqua.⁠
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Stiamo piantando 40 mila alberi e realizzando opere idriche aggiuntive per far fronte a questa emergenza e alleviare le gravi conseguenze della siccità.  È una corsa contro il tempo e tu puoi fare la differenza!⁠
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Dona ora su: weangola.cospe.org⁠
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#togetherforchange #angola #weangola #wateremergency #africa #panafrican #emergenzasiccità #drought ⁠
#climatechange #climateaction #climatecrisis #climatechangeisreal #climate #pastoralists #pasture⁠
"Gli amministratori sono ancora abbastanza rigidi "Gli amministratori sono ancora abbastanza rigidi circa la soddisfazione di certi bisogni dei migranti e tantomeno promuovono un coinvolgimento reale di persone o comunità con background migratorio. Occorre passare dal modello di coinvolgimento solo per questioni legate esclusivamente all’immigrazione ad un modello lungimirante in qualità di cittadini attivi portatori di competenze, idee e cambiamento su diversi fronti."⁠
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Con il progetto #EMVI noi vogliamo cambiare direzione sostenendo la partecipazione delle persone migranti alla progettazione e all'attuazione di politiche locali per una società più aperta e di tuttз.⁠
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Grazie a Basma Aissa che ci ha parlato di #cittadinanza e #partecipazione delle persone migranti e delle problematiche che ancora ci sono a livello istituzionale per una vera partecipazione di tuttз.⁠
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--- Per maggiori info sul progetto -> (link in bio)⁠
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#weparticipate⁠ #EMVIproject #migrazioni #nuovegenerazioni⁠
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#humanrights #justice #politique #policymakers #politicaleconomy
Sabato 25 febbraio è stata una giornata di mobili Sabato 25 febbraio è stata una giornata di mobilitazione a Tunisi per i cittadini e gli attivisti dei diritti umani che hanno voluto esprimere il loro dissenso nei confronti delle recenti dichiarazioni del Presidente della repubblica e la loro solidarietà verso i migranti subsahariani vittime di azioni arbitrarie di repressione. ⁠
Gli slogan e i cartelli denunciavano la deriva fascista e razzista del paese esprimendo solidarietà nei confronti di tutti i migranti e dissenso nei confronti delle dichiarazioni di natura razzista e xenofoba che violano i principi costituzionali e delle azioni arbitrarie di repressione promosse nei confronti della comunità subsahariana.⁠
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Leggi di più sul nostro sito ➡ (link in bio)⁠
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#Tunisi #Tunisia #razzismo⁠
#refugees #nordafrica #humanrights #blackculture #justice #blackhistorymonth #protest #noracism #notoracism
📣 #ScuolaCOSPE 📣⁠ Abbiamo prorogato la sca 📣 #ScuolaCOSPE 📣⁠
Abbiamo prorogato la scadenza delle iscrizioni al diploma di project officer fino a lunedì 27. ⁠
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Abbiamo ancora 5️⃣ posti disponibili.⁠
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Non perdere questa occasione (link in bio)⁠
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#togetherforchange⁠
#formazioneprofessionale #corsionline #corsi #formazionecontinua #corsidiformazione #obiettivi #imparare #metodo #aggiornamento #educazione #crescitaprofessionale
Finalmente online il nostro nuovo podcast! 🎙 ⁠
Lo abbiamo chiamato Jojoba come la nostra prima rivista (1985-1992) e ogni ultimo venerdì del mese ti parleremo di cooperazione internazionale e di tutti i temi su cui lavoriamo e che ci stanno a cuore.⁠
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Oggi ti presentiamo COSPE attraverso le testimonianze di colleghi e colleghe e inauguriamo la rubrica: “Si fa presto a dire ong”, in collaborazione con info-cooperazione.it.⁠
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🎧 Potete ascoltarci su Spotify: (link in bio)⁠
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#togetherforchange #cooperazione #socialgood #dogood ⁠
#podcasting #podcaster #podcastlife #podcasts #podcastersofinstagram #newpodcast #spotify #newepisode #podcasters #spotifypodcast #podcastsofinstagram #interview⁠
#causes #humanrights #change #socialimpact #nonprofitsofinstagram
Il sud dell’Angola è flagellato dalla siccità. Il sud dell’Angola è flagellato dalla siccità. Secondo Fao siamo di fronte alla peggiore crisi ambientale degli ultimi 40 anni. A pagare il prezzo più alto sono le province meridionali di Namibe, Huíla e Cunene dove COSPE lavora per portare acqua a 4.000 persone minacciate dalla carestia e alle comunità agropastorali delle zone più remote ormai allo stremo.⁠
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Stiamo piantando 40 mila alberi e realizzando opere idriche aggiuntive per far fronte a questa emergenza e alleviare le gravi conseguenze della siccità.  È una corsa contro il tempo e tu puoi fare la differenza!⁠
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#climatechange #climateaction #climatecrisis #climatechangeisreal #climate #pastoralists #pasture
In occasione della giornata europea per le vittime In occasione della giornata europea per le vittime di reato, creata nel 1990, abbiamo aderito e rilanciamo la dichiarazione di Victim Support Europe che chiede una revisione della Direttiva Europea e una giustizia per tutte le vittime, richiamando una particolare attenzione sulle vittime di crimini d'odio che troppo spesso faticano a trovare la voce per denunciare quello che subiscono e a trovare l'ascolto necessario a cui hanno diritto.⁠
Leggi la dichiarazione sul nostro sito ➡ (link in bio)⁠
Rete Dafne Italia⁠
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@standup.eu @retedafneitalia @victimsupport.eu⁠
#22February #EUVictimsRightsDirective #EUVictimsRights #ShapingVictimSupportTogether
Il 21 febbraio 1952 una manifestazione di studenti Il 21 febbraio 1952 una manifestazione di studenti dell'Università di Dacca veniva repressa nel sangue dalla polizia. I manifestanti chiedevano pari dignità per la lingua bengalese come lingua ufficiale del Pakistan accanto all'urdu (non c'era ancora lo stato del Bangladesh). ⁠
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Ciò che muoveva gli studenti di Dacca allora, è una parte imprescindibile del nostro essere nel mondo: la possibilità di parlare e utilizzare la propria lingua madre, alla base della libertà e emancipazione di una persona.⁠
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Nella giornata internazionale della Lingua Madre, istituita proprio a seguito della repressione di Dacca, vogliamo parlare di scuola e di plurilinguismo perché è ancora radicata l'idea che conoscere lingue diverse sia un ostacolo all'acquisizione della lingua del paese in cui si vive.⁠
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Con il progetto "E se diventi farfalla" vogliamo favorire il dialogo interculturale e il plurilinguismo. E nel laboratorio sulle "scarole narranti" i genitori dei bambini e delle bambine dell'asilo "La Giostra" hanno creato dei racconti animati da oggetti creati con ago e filo da narrare nella propria lingua madre. ⁠
Da una scatola narrante possono uscire tante cose: emozioni e ricordi che affascinano e parlano della propria storia.⁠
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