Donne in prima linea: un approccio femminista al dialogo interculturale
Suggestioni tematiche: Le donne, le rivoluzioni e i movimenti cittadini, dal femminismo come movimento di avanguardia nei paesi arabi all’attivismo politico europeo degli ultimi anni / Le donne al centro delle pratiche di cittadinanza attiva sulle due sponde / I movimenti delle donne come strumento di impegno civile e politico comune e di promozione della comprensione interculturale.
Obiettivo del dialogo: far emergere il protagonismo delle donne nei movimenti di riscatto, di emancipazione e di costruzione della cittadinanza, riaffermando i valori di rispetto e adempimento dei diritti fondamentali e le pratiche di contaminazione interculturale.
Sintesi di Sara Borrillo, Università L’Orientale di Napoli (moderatrice)
Hanno partecipato: Costanza Matafù, già volontaria per Sisterhood is Global Institute e attualmente Gender Focal Point ad Al-Hayat, Centro per lo sviluppo della società civile (Giordania); Takoua Ben Mohamed, tunisina residente in Italia, graphic journalist e sceneggiatrice,fondatrice del “fumetto intercultura”, che nel corso degli anni ha avuto un grande successo mediatico e politico; Esraa Abdelfattah (via Skype, a causa del divieto a recarsi all’estero imposto dal governo egiziano), attivista politica che ha svolto un ruolo centrale nelle proteste di massa del gennaio 2011 in piazza Tahrir, e attualmente consulente sulla società civile all’Egyptian Democratic Academy, e giornalista e consulente sui social media per il giornale El-Youm7 e la rivista 7Ayam.
Le tre ospiti hanno narrato la propria esperienza individuale nell’ambito delle rispettive esperienze che le vedono impegnate come donne, oggetto di discriminazione, e come parte di una collettività che si trova ad affrontare diverse sfide.
Nel caso di Takwa Ben Mohamed, la propria esperienza di memoria storica delle discriminazioni subite dalle donne in Tunisia si è traslata nella sua testimonianza attiva attraverso il graphic journalism, e nell’attività quotidiana di giovane musulmana di origini tunisine residente a Roma, dove si trova a decostruire con la propria soggettività i numerosi stereotipi che circolano sull’Islam.
Nel caso di Costanza Matafù, l’impegno individuale è infuso nelle attività di un’organizzazione che opera anche in favore dei diritti delle donne, Al-Hayat Center, all’interno della quale la giovane attivista riscontra tuttora delle difficoltà nel far permeare un punto di vista favorevole al discorso dei diritti umani universali.
Nel caso di Esraa Abdelfattah, la lotta per i diritti delle donne è inglobata nell’ambito della lotta per i diritti umani e delle libertà per il popolo egiziano. A causa del suo impegno, l’attivista è sottoposta al divieto di lasciare il Paese.
Che si definiscano femministe o meno, l’esperienza delle tre giovani testimonia il comune impegno per un più ampio riconoscimento dei diritti delle donne al di là delle frontiere culturali.