La differenza sta tra chi ha diritti e chi no: insieme contro Il sistema delle diseguaglianze si vince?

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“LA DIFFERENZA STA TRA CHI HA DIRITTI E CHI NO: INSIEME CONTRO

IL SISTEMA DELLE DISEGUAGLIANZE SI VINCE?”

Moderatore: Gabriele Vaccaro, Rappresentante di Banca Etica Sicilia

Intervengono:
Ramón Espinar Merino: uno dei portavoce di Juventud Sin Futuro, la colonna dorsale del Movimento madrileno de Los Indignados, denominato “15-M”, ricercatore in scienze sociali, si occupa di azione collettiva, cittadinanza, studi sulla rivoluzione spagnola e gli spazi urbani.

Roni Ben Efrat: rappresentante del sindacato indipendente WAC-Ma’an (Workers Advice Center) e dell’associazione “Sindyanna of Galilea”, aderì al movimento sociale che occupò Tel Aviv nell’estate del 2011. Fin dagli anni ’80 si batte contro l’Occupazione militare israeliana, ed è membro esecutivo del partito “Da’am”.

Anna Lodeserto (ITA): rappresentante della rete European Alternatives – Democracy, Equality, Culture beyond the Nation State, dirige il settore Campagne e Partecipazione. Si occupa di contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, partecipazione politica cittadina, immigrazione e media.

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“Se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme agli altri”: questo il proverbio africano, riportato dal moderatore Gabriele Vaccaro, che ha fatto da filo conduttore a tutto il dibattito attorno al tema della giustizia sociale, a cui hanno partecipato relatori provenienti da contesti e da storie diverse. Sarà di Ramón Espinar Merino, uno dei portavoce di Juventud Sin Futuro, il ruolo di apripista al dialogo. Dimostrandosi da subito un ottimo conoscitore della storia del suo Paese, la Spagna, Ramón identifica la crisi che la attraversa come “epocale, politica, culturale, sociale e storica”, oltre che economica. Rispondendo alla domanda : “Cos’è la cittadinanza mediterranea per te e come si può costruire?”, Ramón risponde dando un quadro generale della situazione dell’Eurozone e di come la precarizzazione del lavoro affermatasi dal 2008 in poi abbia messo in discussione il diritto di cittadinanza e l’intera struttura sociale, interrompendo così un intero processo storico, e dando vita a una nuova generazione ribelle, quella del 15-M. Riferendosi alle istituzioni democratiche che “non funzionano”, Ramón rivendica una “ridemocratizzazione della democrazia”, dandoci una mappa contestuale da cui far partire un dibattito che si muova intorno al fatto che, di fronte al vuoto istituzionale, democrazia diventa sinonimo di cittadinanza, e l’obiettivo diventa di ri-alimentare relazioni e forme di comunicazione tra attori/soggetti della società civile delle “periferie” europee, parola-chiave con cui Ramón si riferisce parlando del Sud Europa. Roni Ben Efrat, attivista israeliana, membro della Commissione esecutiva e della Segreteria del Partito dei Lavoratori Da’am, formato da socialisti ebrei ed arabi, racconta del suo coinvolgimento nei movimento sociali di protesta dell’estate 2011 in Israele, a supporto delle rivendicazioni dei manifestanti delle Primavere Arabe, e della sua militanza contro le varie operazioni militari israeliane condotte a Gaza. Facendo ricorso ad un video realizzato per le elezioni legislative del 2013, in cui viene spiegata la posizione del partito Da’am, Roni riprende l’anticipazione di Ramón, fa un excursus storico del contesto israeliano e ne segnala le similarità con quello dell’Europa meridionale, per la presenza di uno stato generalizzato d’insicurezza, dove la parola-chiave “piazza” unisce la sua società civile a quella dell’intero bacino mediterraneo. Presentando le debolezze e le forze del movimento israeliano, che ambiva a farsi unitario, in grado di parlare con e per tutti, evitando le divisioni, senza destra né sinistra, come il movimento spagnolo 15-M, Roni sottolinea che così facendo ha peccato di disattenzione, trascurando i cittadini arabi d’Israele e i territori occupati. Nonostante questo, il movimento ha avuto un fortissimo impatto sull’ideologia israeliana, portando consapevolezza e sfiducia verso l’élite. Per Roni, la svolta deve consistere nell’investire nel dialogo tra i cittadini, per poter raggiungere condizioni di uguaglianza, in particolare tra cittadini israeliani e arabi, e per costruire la pace con i palestinesi.

C on Anna Lodeserto, rappresentante della rete European Alternatives, dedita alla partecipazione dei cittadini nei processi decisionali, l’attenzione torna alla piazza, al “recupero della piazza”, che descrive come una categoria sempre più debole, soprattutto al Nord del Mediterraneo, al contrario del Sud, vista l’importanza che è stata data alle piazze durante le rivoluzioni del 2011. Riferendosi alla crisi e alla situazione economica, Anna condivide le valutazioni dei relatori precedenti, e sostiene che l’economia è “proprietà e rivendicazione di ognuno di noi”, aggiungendo che dalla crisi possiamo uscire solamente costruendo delle proposte, proprio come stanno facendo in Spagna, e dando spazio anche alle “voci più microscopiche”, che hanno bisogno di essere ascoltate. Alla domanda “come creare un movimento dal basso, che porti verso l’integrazione nel Mediterraneo?”, i tre relatori condividono una posizione comune, puntare a dare spazio a forum ed incontri che contribuiscano ad accrescere la consapevolezza delle dinamiche economiche e sociali che ci circondano, per poterle affrontare in modo attivo e partecipe. La cittadinanza mediterranea è secondo loro possibile ed urgente, ma non possiamo più parlare di identità nazionale o di classe, dobbiamo concentrarci sull’affermazione di un’identità popolare ampia, che rivendichi diritti di cittadinanza plurali e transnazionali. “Oggi dobbiamo ritrovare le voci della gente comune contro le forze reazionarie che cercano di dominarle” commenta Roni. Gabriele Vaccaro concluderà chiarendo che “la comunità di attivisti del Mediterraneo può contribuire a creare uno spazio di pace e libertà”, sia realizzando forme di “disobbedienza civile”, che attraverso il consolidamento di reti associative, dando particolarmente attenzione nel contesto storico attuale alle realtà del mondo arabo.