Patto sui migranti UE: il buio dei diritti

Dopo anni di stallo, ieri l’Unione Europea ha licenziato un accordo sulla migrazione e l’asilo che non fa altro che aumentare le misure illusorie di contenimento e dare l’ennesima picconata al diritto d’asilo. In verità l’aumento delle misure di identificazione, detenzione ed esternalizzazione dei controlli, oltre ad essere regressive sul fronte dei diritti fondamentali, si sono rivelate disumane e totalmente inefficaci. Un puro strumento di propaganda politica da agitare in campagna elettorale, nel tentativo di ammansire le destre in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Non c’è muro che tenga di fronte ai fenomeni epocali che attraversano il pianeta, e la Fortezza Europa lo sa. Inasprire le detenzioni, i respingimenti, dichiarare sicuri paesi che non lo sono affatto, come ad esempio nel caso della Tunisia, non fermerà chi fugge da guerre e persecuzioni, non fermerà la legittima aspirazione e il diritto delle persone al viaggio e alla mobilità internazionale. Accrescerà solo la sofferenza umana, inclusa quella dei minori, delle famiglie,delle persone più vulnerabili.

Al contrario di quanto afferma, l’Europa oggi sceglie di non gestire, e di non voler fermare il traffico di esseri umani e il contrabbando, ma di finanziare di nuovo l’industria dei sistemi di controllo e sicurezza – un’industria milionaria che prospera a forza di commesse dirette – che a niente sono serviti se non a incrementare l’arbitrio delle forze di polizia e a limitare drasticamente i diritti fondamentali delle persone, alimentando la fabbrica della paura e la richiesta di “sicurezza”.

Nel mondo globalizzato la mobilità non può più essere un privilegio appannaggio dei cittadini (bianchi) dei paesi ad alto reddito, e l’asilo – ridotto oggi a una concessione – deve tornare a essere un diritto universale, come previsto dalle convenzioni internazionali.

Questo nuovo patto europeo, invece di garantire libertà, equità, e giustizia, segna un’altra pagina buia per l’Europa, che mostra tutta la sua inadeguatezza verso le sfide globali, e che sceglie il linguaggio dei muri e della paura, invece di quello del coraggio e dello spazio dei diritti per tutte le persone.

La Fortezza da oggi è ancora più chiusa e fortificata. Ma non, come vuole far credere, contro un nemico immaginario che arriva dall’esterno. Contro I suoi stessi valori, invece, che ancora una volta vengono barattati con l’illusione di un facile quanto futile consenso.

 

Foto di Ye Jinghan su Unsplash