Afghanistan dimenticato. Un podcast e un film di Stefano Liberti per Zeynab e tutte le donne in lotta

Non dimenticheranno mai quelle drammatiche 72 ore dell’agosto 2021. L’allarme lanciato al giornalista Stefano Liberti, la decisione rapida di COSPE di includerle nelle liste da passare alla Farnesina insieme a quella delle collaboratrici e collaboratori che con la nostra ONG avevano collaborato, e poi quelle drammatiche 48 ore all’aeroporto di Kabul.

Da lì, dalla separazione forzata che ha costretto Zeynab a tornare ad Herat e a non partire con le altre calciatrici del Bastan Football Club di Herat, parte il racconto che Stefano Liberti affida alle pagine di Internazionale e ad un podcast in 5 puntate diretto da Jonathan Zenti e realizzato dal giornalista insieme al collega Mario Poeta.

Dalla storia di Zaynav e Maryam Stefano Liberti e Mario Poeta hanno in progetto di fare un film. E COSPE sarà al loro fianco anche in questa occasione.  Perché continuare a raccontare le storie delle donne afgane sarà un nostro dovere perché nessuno dimentichi la tragedia silenziosa di migliaia di donne in balia di un regime gretto e oscurantista.

Liberti, che con COSPE ha conosciuto la squadra delle calciatrici di Herat (facendone un documentario nel 2017) e che nell’agosto 2021, all’arrivo dei talebani, ha collaborato per la riuscita della loro evacuazione dal paese, è tornato in Afghanistan per seguire le sorti di Zaynab, che non era riuscita a scappare insieme alla sorella Maryam Mehrzad e le altre.

Nel podcast si racconta l’operazione clandestina che l’ha portata, dopo quasi un anno, in salvo dai talebani e dal marito violento, in Pakistan in attesa di raggiungere il nostro paese e la sorella.

Coltivare i sogni di libertà ed emancipazione affinché non si spengano per sempre, per questo COSPE continua ad impegnarsi insieme al partner storico HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and Childreb of Afghanistan) per restituire diritti e dignità alle donne afghane e per vincere insieme la partita più importante, quella contro le discriminazioni, la violenza e le ingiustizie.

Con il ritorno dei talebani al potere, queste calciatrici – grazie all’impegno di COSPE – sono potute fuggire e venire in Italia, insieme ad altre sportive, pallavoliste, cicliste e altre attiviste, avvocate, insegnanti giunte in Italia e ora libere di studiare, giocare ed esprimere loro stesse. Ma, purtroppo, molte altre ragazze e bambine sono rimaste in patria, vittime silenziose di un regime oscurantista. Quelle che si sono maggiormente esposte e hanno lottato per i propri diritti e per un Afghanistan democratico sono quelle che rischiano adesso di più, costrette a nascondersi ogni notte in una casa diversa e ad accettare di uscire sempre accompagnate da un maschio, anche solo per fare la spesa. Le scuole sono state chiuse per le ragazze e il futuro negato a migliaia di loro.

Per contribuire all’Emergenza Afghanistan