Conclusa la 16a edizione di Terra di Tutti Film Festival, uno spaccato di lotte, resistenza e coraggio da tutto il mondo

Grande successo di pubblico per proiezioni ed eventi fuori sala. Terra di Tutti Film Festivalracconta la contemporaneità obbligando a riflettere e prendere posizione su temi e conflitti dimenticati. Premi ai film su Myanmar, Libia, Amazzonia e Italia; diritti e migrazione gli argomenti più sentiti.

Si è conclusa ieri martedì 11 ottobre con le ultime proiezioni in streaming sulla piattaforma MyMovies  la 16a edizione di Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema sociale, incontri ed eventi promossa da WeWorld e COSPE.Una narrazione del mondo contemporaneo che incontra l’interesse del pubblico, come sottolinea il
direttore Jonathan Ferramola: «Quello che abbiamo visto in questo giro del mondo in 22 visioni, è
uno spettacolare e caleidoscopico spaccato di lotte, resistenze e coraggio, di popoli e comunità che
difendono i loro territori minacciati dalle aggressioni delle multinazionali, di uomini e donne che
rivendicano la loro dignità di persone, nei campi della Puglia come nelle piazze di Teheran o Kabul,
nei lager libici come in Donbass, nei cortei del Myanmar come nella selva messicana. Il tutto
raccontato con la forza narrativa del cinema del reale, che senza filtri o giochi di prestigio, ti catapulta
nella cruda realtà del mondo in fiamme. E le 3.000 presenze in sala nei 4 giorni al Cinema Lumière
sono la testimonianza diretta che il nostro lavoro è sulla strada giusta».

«Si chiude oggi un’altra ricca e intensa edizione del Terra di Tutti Film Festival», commenta Eleonora
Migno vicepresidente di COSPE – La 16ma edizione di un Festival che conferma essere in costante
crescita, sia di pubblico, sia di qualità dell’offerta di film e di visioni da tutto il mondo. I corto e
lungometraggi in concorso, selezionati con cura tra più di 200 titoli, raccontano al meglio l’attualità e
immergono il pubblico in quei temi globali che ci vedono impegnati quotidianamente come Ong in
vari territori del mondo. Grazie ai tanti eventi off, il TTFF ha offerto inoltre spazi di incontro diretto, di
racconto di contesti e di condivisione di relazioni nate e consolidate attraverso i nostri progetti e le
reti di cooperazione».

In questa edizione molto partecipata – con oltre 3.000 spettatori in sala, più di 1.300 persone agli
eventi fuori sala, 80 giornalisti coinvolti, 550 studenti e 40 insegnanti presenti alle attività di Terra di Tutti Film Festival incontra le scuole – il pubblico ha premiato in sala le proiezioni al Cinema Lumière di Ghosts of Afghanistan, Myanmar Diaries e One day One day manifestando una sensibilità forte per la lotta alle oppressioni, in Afghanistan come in Myanmar, e per il tema della migrazione e dei diritti dei braccianti nel Sud del nostro paese; tra gli eventi off Take the Mic e Antirazzismo ieri, oggi e domani. Generazioni a confronto negli spazi del DAS, a dimostrazione che è possibile andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi per trovare un punto di incontro e confronto tra le diverse istanze.

Successo che si rispecchia nella decisione delle giurate del Premio Lo Porto, Renata Ferri
(caporedattrice e photo editor Io Donna), Manuela Tempesta (regista) ed Eleonora Camilli (giornalista): «Unanimi e compatte noi, giurate del Premio Loporto della 16a edizione del Terra di Tutti Film Festival, non abbiamo avuto esitazioni nel conferire il premio a Myanmar Diaries di The Myanmar Film Collective. È molto più di un film, è un documentario, una testimonianza, un diario di voci e volti che ci raccontano quello che non sappiamo: come si vive nel terrore dopo il colpo di stato militare del febbraio 2021 che ha rovesciato il governo di Aung Sang Suu Kyi”.

La Menzione Speciale Lo Porto va invece a Lybia, no escape from hell di Sara Creta, «un importante documentario di denuncia politica, con testimonianze significative, che riesce a raccontare il traffico di esseri umani in Libia ma anche il retroscena delle politiche migratorie messe in atto dagli stati
europei. La regia, sapiente e calibrata, riesce a regalare un grande controllo alla narrazione, facendo
riflettere il pubblico su cosa sta accadendo nei centri di detenzione libica e su cosa significa “migrare”
da quella terra africana.»

Altra Menzione Speciale non onerosa della Giuria Lo Porto a Roadblock di Dahlia Nemlich, «un cortometraggio di grande impatto e di denuncia, che esplora bene le diverse identità della giovane generazione libanese, tra repressione e voglia di cambiamento. Con una regia sapiente l’autrice ci porta dentro le proteste a Beirut, raccontandone le contraddizioni e sintetizzando le posizioni dei protagonisti: il coraggio degli attivisti, la violenza delle milizie, la distanza degli osservatori esterni.»

Il Premio Benedetto Senni, assegnato dalla giuria composta dai membri dell’Associazione Benedetto Senni, è andato a Vento na Fronteira di Laura Faerman e Marina Weis, girato in Brasile ed uscito quest’anno, nel 2022. Il documentario propone immagini spesso emblematiche che raccontano una storia di land grabbing e di lotta per la rioccupazione della terra in modo emozionante e
coinvolgente. La popolazione Guaranì rivendica i diritti, riconosciuti, di vivere nella propria terra, un
ambiente come era prima della creazione dei confini, del cosiddetto “sviluppo”. Rivendica il diritto di
esistere contro gli interessi dei coloni e delle grandi compagnie del settore agro-alimentare. La giuria
ha ritenuto opportuno premiare un documentario che lascia, insieme alle immagini e ai personaggi,
degli interrogativi, delle riflessioni» in un momento di grande importanza per il Brasile, alla vigilia del
ballottaggio Lula – Bolsonaro.

Menzione speciale Senni a Nicola Zambelli e la SMK Factory per il documentario Sarura: the Future is an Unknown Place, che testimonia la situazione dell’occupazione israeliana in Palestina:

Il Premio Voci di donne invisibili sostenuto da Coop Alleanza 3.0 è stato assegnato Writing with Fire in quanto ritenuto dalla giuria di Coop Alleanza 3.0, composta soci di Coop Allenza 3.0

Mentre il premio Voci di giovani invisibili, sostenuto da Emil Banca e assegnato dalla Giuria composta da collaboratori e soci di Emil Banca, è andato a Mohamed Kenaw per Tam Tam Basket

Infine, la Menzione DamsLab assegnata dagli studenti del corso Linguaggi del cinema dell’Università di Bologna è conferita al lungometraggio One day One day di Olmo Parenti e Marzo Zannoni.

Grande successo anche online, grazie alla possibilità di vedere in streaming sulla piattaforma
MyMovies 10 film selezionati tra i 22 in concorso : 876 spettatori unici, accesso ai film da 17 regioni italiane, 114 voti ricevuti e una media dei voti pari a 4,42 su 5, a dimostrazione del fatto che il Festival riscuote interesse anche oltre la dimensione locale.

Questa 16esima edizione è stata anche l’occasione per consolidare la rete di realtà, istituzionali e
non, che sostengono il Festival: Regione Emilia-Romagna attraverso l’Emilia-Romagna Film
Commission, Comune di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna, AFIC (Associazione Festival Italiani
del Cinema), Coop Alleanza 3.0, Emil Banca, e tante realtà sociali del territorio.

QUI IL COMUNICATO STAMPA COMPLETO