#Stopthewarnow: perchè è necessario che la carovana della pace torni in Ucraina.

“La Pace è possibile solo se si costruisce con il disarmo, la neutralità attiva, la riduzione delle spese militari, il sostegno a forme di trasformazione nonviolenta dei conflitti, il superamento delle alleanze militari, l’opposizione alla militarizzazione”, con le parole del presidente Giorgio Menchini, COSPE prendeva posizione, fin da subito, sulla guerra, denunciando  senza ambiguità  l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, esprimendo  solidarietà alle popolazioni coinvolte, chiedendo l’immediata cessazione delle ostilità e la ricerca di una soluzione negoziata.

Dal febbraio, rispettando la missione e i principi su cui abbiamo costruito la politica e la pratica della cooperazione internazionale e di tutte le attività della nostra associazione,  molte sono state le azioni che abbiamo condotto per giocare una parte attiva e  non essere solo spettatori in questo tragico momento storico: con la “Rete Italiana Pace e Disarmo”, di cui siamo membri, abbiamo preso parte alla manifestazione nazionale del 4 marzo a Roma; siamo poi stati fra le organizzazioni promotrici di “Stopthewarnow” e abbiamo preso parte alla prima Carovana della Pace per Leopoli, dal 30 marzo al 2 aprile 2022; nel mese di giugno infine abbiamo dato la nostra adesione e sostegno alla iniziativa “Europe for Peace”  lanciata da Rete Italiana Pace e Disarmo e Sbilanciamoci.

E’ ora arrivato il momento di ripartire: dal 26 di settembre al 3 ottobre una delegazione COSPE, insieme ad altri rappresentanti di organizzazioni della società civile aderenti alla rete “Stop the war now”, sarà di nuovo in Ucraina. Tra gli obiettivi questa volta c’è prima di tutto il sostegno alle realtà nonviolente ucraine impegnate nella costruzione della pace.

La rete, nata per costruire dal basso un’alternativa alla guerra in corso e per contribuire alla immediata cessazione dell’invasione russa dell’Ucraina, sta infatti lavorando per gettare le basi di accordi di partenariato tra gli oltre 175 enti italiani che ne fanno parte e organizzazioni della società civile ucraini, tra cui i sindacati ed università locali; la possibilità di stringere accordi per scambi giovanili tra le università italiane e quelle ucraine, e il rilancio a livello internazionale della campagna di sostegno agli obiettori di coscienza ucraini attualmente sotto processo o inchiesta da parte della Procura Generale ucraina, accusati di alto tradimento.

La delegazione ha l’obiettivo di gettare ponti e costituire reti tra tutti quei soggetti, laici e religiosi, che si pongono il problema della convivenza tra diversi, del rispetto del pluralismo linguistico e culturale, del sostegno anche psicologico alle vittime della violenza e della guerra.

Il programma degli incontri prevede, tra le altre cose, una tappa a Chernivtsi, città nella quale l’università ha accolto centinaia di persone sfollate e si trova in estremo bisogno di aiuti umanitari, e numerosi scambi con esponenti di associazioni, tra cui Il Movimento Pacifista Ucraino, e sindacati nella città di Kiev. La delegazione italiana porterà nel paese anche un carico di aiuti umanitari destinati alla popolazione.

“Il significato politico di questa edizione della Carovana della Pace – dice oggi Giorgio Menchini –  è particolarmente importante in un momento in cui,  a sette mesi dall’inizio di una guerra che ha fatto decine di migliaia di vittime e esacerbato odi e divisioni, si assiste ad una nuova e pericolosa escalation che allontana ogni prospettiva concreta di tregua e di avvio dei negoziati: con la Federazione Russa che lancia la mobilitazione generale,  impone referendum nel Donbass, e Ucraina,  Europa, Stati Uniti e Nato che chiedono un processo a Putin per crimini di guerra (Von der Leyen), un ulteriore aumento delle spese militari in vista di un allargamento dato per probabile se non per scontato del conflitto (Stoltenberg), e si riaffaccia sullo sfondo l’incubo del nucleare.  In un momento in cui la politica sembra avere smarrito intelligenza e buon senso, più forte è la nostra responsabilità di società civile nel ricordare che non c’è alternativa al negoziato”. Per questo dobbiamo ripartire.

MANIFESTO STOPTHEWARNOW 

PER UN’EUROPA DI PACE _ EUROPEFORPEACE 

26 settembre 2022