Per l’aborto libero e sicuro, il 28 settembre scendiamo in piazza.

Il 28 settembre torniamo nelle piazze di tutta Italia per la giornata internazionale per l’aborto libero, sicuro e gratuito perché in questo scenario politico, tra guerre, crisi economica, climatica e campagna elettorale, i corpi delle donne continuano ad essere un campo di battaglia. Dal documento di “Non una di meno, che sottoscriviamo.

Come COSPE abbiamo infatti  deciso di aderire alle manifestazioni indette dal movimento “Non Una di Meno” in ogni città italiana. A Firenze si terrà un manifestazione in Piazza Santissima Annunziata dalle 17,00, a Bologna dalle 18,00 in Piazza dell’Unità, solo per citare le città delle nostre sedi.

Come non mai questa data oggi diventa una data molto calda e densa di iniziative dei movimenti femministi in Italia e non solo per ricordare che il diritto ad un aborto libero e sicuro è un diritto fondamentale per le donne ed è parte integrante e fondamentale dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne.

Questa giornata internazionale è stata celebrata per la prima volta come giornata per la depenalizzazione dell’aborto in America Latina e nei Caraibi nel 1990 da parte della “Campagna 28 Septiembre”. Inoltre quest’anno si celebrano anche 100 anni dall’adozione della prima legge che legalizzava l’aborto, un “Decreto sulla salute delle donne” promulgato nell’ottobre 1920 dall’Unione Sovietica e fortemente voluto dalla femminista Alexandra Kollantai, Ministra del Welfare e prima donna nella storia a far ufficialmente parte di un governo.

E’ indubbio che in questi 100 anni molte cose sono cambiate eppure, nonostante questo, ci sono ancora 16 paesi al mondo che criminalizzano l’aborto in toto, e altri 30 che lo considerano legale solo in caso di pericolo di vita della donna. E come sappiamo bene, anche in Paesi che hanno totalmente legalizzato l’aborto, come l’Italia, altri ostacoli pratici si frappongono tra il diritto legale e l’accesso concreto ad un aborto sicuro, tra cui per esempio l’obiezione di coscienza da parte del personale medico e sanitario.

Le stime del Ministero della Salute italiano parlano inoltre di un numero compreso tra i 10.000 13.000 gli aborti clandestini, donne che si affidano a persone spregiudicate o acquistano su internet pillole abortive che assumono a rischio della propria salute.

E tutt3 abbiamo assistito a quanto accaduto negli Stati Uniti. Ma quei movimenti oscurantisti e misogini attraversano ormai tutte le società anche quelle europee e anche quella italiana (vedi Ungheria ma vedi anche le prese di posizione di Giorgia Meloni sul diritto a non abortire).

Dal documento di “Non una di meno”: “Siamo furios3 perché in tutto il mondo non è possibile abortire in sicurezza e ciò significa la morte per 22 milioni di persone all’anno. In Italia la legge 194, che disciplina l’accesso all’aborto, permette l’obiezione di coscienza del personale medico, che nel nostro paese arriva quasi al 70%. I consultori pubblici sono stati progressivamente ridotti, dagli anni 70 ad oggi: sono adesso molto meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti. Non si investe sull’educazione sessuale e all’affettività e sulla contraccezione gratuita. Quando decidiamo di abortire,siamo stigmatizzat3 e colpevolizzat3 e il percorso per accedere all’IVG diventa più difficile. Rivendichiamo con forza che non ci pentiamo di aver abortito e che continueremo a farlo”.

QUI il volantino

QUI evento Facebook di Non una di meno di Firenze

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26 settembre 2022