Fermare la guerra e prenderci cura del nostro mondo

Da quel terribile 23 febbraio, quando la Russia di Putin ha scatenato l ’inferno sull’Ucraina, abbiamo sentito che qualcosa di una gravità inaudita stava accadendo: una guerra insensata che avrebbe provocato migliaia di vittime e milioni di rifugiati, in un mondo provato dalla pandemia, ferito dalle disuguaglianze sociali e dalla crisi ambientale e climatica, dalla negazione dei diritti umani per miliardi di persone. Si materializzavano improvvisamente le peggiori ombre del passato: i nazionalismi, i blocchi militari e ideologici, la corsa al riarmo, l’incubo nucleare. Occupando tutto lo scenario, sconvolgendo le nostre agende, a partire da quella delle Nazioni Unite “2030 per lo sviluppo sostenibile”. Abbiamo capito subito, quel giorno, che alle associazione come COSPE, impegnate nella solidarietà e cooperazione internazionale, veniva richiesto uno sforzo straordinario per rilanciare la centralità della pace nelle relazioni fra i popoli e gli stati, le sue ragioni contro l’irrazionalità della guerra. Partendo dalla condanna senza se e senza ma dell’invasione russa, e manifestando anche con i fatti la nostra solidarietà con il popolo ucraino. Rifiutando però l’invio di aiuti militari e chiedendo di concentrare gli sforzi di tutti sulla ricerca immediata di una soluzione negoziata. Come stabilito dalla nostra Costituzione, dalle carte fondative dell’ONU e della NATO.

Con questa consapevolezza, ci siamo attivati in questi mesi chiedendo di fermare la guerra e prenderci cura del nostro mondo, invece di caricarlo di altri problemi. Lo abbiamo fat to su molteplici piani.

Con le nostre bandiere nelle vie e nelle piazze: dalla prima manifestazione convocata il 26 febbraio a Firenze, Bologna e Verona a quella nazionale del 5 marzo a Roma, alla Marcia della Pace Perugia Assisi del 24 aprile, al grande corteo del 2 giugno a Coltano, contro il progetto di creare una base militare nel cuore di un Parco Naturale.

Con la nostra partecipazione alla Carovana della Pace, che ha portato a Leopoli dall’1 al 3 aprile, su 70 mezzi, 240 rappresentanti del movimento per la pace, 30 tonnellate di aiuti umanitari e riportato in Italia 300 persone in fuga dalla guerra.

Con la nostra adesione all’iniziativa “1000 contro la guerra permanente”, lanciata da Firenze da un gruppo autorevole di rappresentanti delle istituzioni, della società civile, della cultura.

Con le nostre prese di posizione, anche per richiamare l’attenzione sui conflitti dimenticati, e ribadire la necessità di applicare un unico standard per garantire i diritti di tutte le persone rifugiate e richiedenti asilo.

 

Le prossime settimane ci vedranno all’opera per dare continuità a queste iniziative, ma anche per approfondire il confronto sul rilancio del movimento della pace a livello italiano ed europeo, e sul nostro contributo all’interno di questo processo.

Lo faremo in occasione del convegno promosso a Roma sabato 18 giugno dalla Rete Pace e Disarmo, cui COSPE ha scelto di associarsi, e durante la prossima Assemblea Generale convocata sabato 2 luglio, interamente dedicata a questo tema.

14/06/2022