Un appello delle donne della Casamance per la pace in Senegal.

Il valore della pace si comprende meglio solo dopo aver sperimentato le conseguenze dell’instabilità. Il nostro Paese è quasi crollato pericolosamente (…) e il nostro desiderio è che la pace e la stabilità siano mantenute e coltivate in tutte le regioni

Questo l’appello che il 9 marzo è stato inviato ai media senegalesi dalla Piattaforma delle Donne per la Pace in Casamance, regione a Sud del Senegal dove COSPE opera dal 1985 e teatro dal 1982 di una lunga guerra per l’indipendenza. Il Senegal è stato scosso da violente proteste a seguito dell’arresto il 3 marzo di Ousmane Sonko, figura di spicco dell’opposizione, che deve rispondere tra gli altri capi di imputazione anche a quello di “incitamento all’insurrezione”.

Nei giorni successivi al suo arresto nella capitale e in molte altre città del paese le proteste sono state segnate da scontri e saccheggi di beni pubblici e privati appartenenti a persone considerate vicine al governo. “I negozi della catena Auchan, così come molti chioschi o negozi della compagnia telefonica Orange le stazioni di servizio della Total sono stati attaccati e dati alle fiamme. Il piccolo commercio del money transfer telefonico  è soprattutto in mano alle donne e nonostante che queste abbiano cercato di fermare i manifestanti, molte attività sono state distrutte” afferma Giovanni Barbagli, rappresentante di COSPE in Senegal.   Il bilancio tragico degli scontri tra forze di polizia e manifestanti è di 10 morti, centinaia i feriti e gli arresti tra i quali quelli di sei attivisti del gruppo “Yen’a Marre”, del noto rapper Cheikh Oumar Touré “Thiat” e delle donne sostenitrici di PASTEF (la formazione politica del leader arrestato), rilasciate dopo alcuni giorni di detenzione.

Lunedì 8 marzo il presidente Macky Sall – dopo giorni di silenzio – ha trasmesso un video appello alla pacificazione e lo stesso giorno Ousmane Sonko è stato rilasciato su cauzione, ma sottoposto a controllo giudiziario per l’accusa di stupro mossa da una giovane donna nelle settimane precedenti.

Il Movimento per la difesa della democrazia (M2D), una coalizione di partiti e di gruppi di attivisti di opposizione, dopo aver annunciato tre giorni di proteste, ha deciso la sospensione delle proteste e chiesto una giornata di lutto nazionale per venerdì 12 marzo “per pregare per le persone che hanno perso la vita nei disordini di questi giorni” Si annuncia anche una manifestazione pacifica per sabato 13 marzo a Dakar e nelle principali città del paese. 

Il presidente Macky Sall, venendo incontro alle richieste popolari, ha decretato per oggi, giovedì 11 marzo, il lutto nazionale.

Nel frattempo le scuole rimangono chiuse in tutto il paese e il clima rimane incerto e preoccupante.

Sono tante ormai le piazze africane dove i giovani manifestano la loro insoddisfazione rispetto alla mancanza di lavoro e di prospettive, così come aumenta l’insofferenza verso la corruzione e il clientelismo. Anche il Senegal dopo anni di crescita, sta vivendo una crisi economica aggravata dall’emergenza sanitaria, con effetti sulla vita soprattutto delle donne e dei giovani così come abbiamo riportato nella ricerca svolta di recente nell’ambito Migra. Non a caso sono aumentati in modo significativo i tentativi di migrare attraverso la cosiddetta rotta atlantica che dalle coste senegalesi e a bordo di piroghe porta verso le Canarie, scenario di tragedie del mare, meno note all’opinione pubblica italiana, ma altrettanto gravi come quelle delle ultime 2 settimane di ottobre dove hanno perso la vita 190 persone.

Insieme a molti giovani e alle infaticabili costruttrici di pace e sviluppo che sono le donne,  COSPE sta portando avanti numerose azioni di sostegno alle economie locali, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di lungo periodo.

L’immagine del giovane sul monumento alla pace in piazza Jean Paul II nella città di Ziguinchor  che sventola la bandiera del Senegal, “sono immagini simboliche del profondo desiderio di pace radicato nel cuore dei senegalesi” afferma la Piattaforma delle donne per la pace in Casamance.

Un auspicio che facciamo nostro per un confronto politico aperto, anche al dissenso aspro, ma pacifico e nel pieno rispetto dei diritti di tutte e tutti.

11 marzo 2021