The milky way. Un film sui migranti che attraversano le montagne.
Sulle Alpi tra Italia e Francia ogni giorno decine di persone provano a superare una linea immaginaria chiamata confine. In mezzo alla neve, tra piste da sci e turismo, il racconto di una storia dove nessuno si salva da solo. Di giorno, le montagne tra Clavière e Monginevro sono attraversate da migliaia di sciatori in vacanza sulla neve nel comprensorio sciistico “La Via Lattea”; di notte, sono percorse di nascosto tra i boschi da decine di migranti che lasciano l’Italia per proseguire il loro viaggio oltre il confine con la Francia.
“The Milky Way” il film di Luigi D’Alife che sarà presentato a Firenze (Teatro della Compagnia, ore 21.00) il prossimo 6 marzo, è la storia di solidarietà degli abitanti e dei pericoli affrontati dai migranti, raccontata attraverso scorci di vita e graphic novel animate sullo sfondo del mondo di montagna nella consapevolezza che – qui come in mare – nessuno si lascia da solo.
La presentazione fiorentina ha il patrocinio di Amnesty International, il sostegno del Festival di cinema Terra di Tutti Film Festival e della ong COSPE, che ha deciso di appoggiare il progetto The Milky Way perchè dice Anna Meli di COSPE: “sostiene ogni azione che possa raccontare con verità e giustizia il dramma di migliaia di migranti che ogni anno cercano di attraversare le frontiere di Fortezza Europa per cercare condizioni di vita più dignitose. COSPE sostiene la rete di associazioni e attivisti che operano in solidarietà con loro, da SOS Mediterranee a Tous Migrants”.
“Da almeno quattro anni – si legge nel comunicato stampa degli organizzatori – l’Unione europea e suoi singoli stati membri hanno adottato politiche di chiusura nei confronti dell’immigrazione che producono enormi sofferenze e causano gravi violazioni del diritto internazionale. A queste politiche si accompagnano l’assenza di percorsi legali e sicuri d’ingresso, la mancata revisione del regolamento di Dublino e l’indisponibilità a una condivisione solidale dei ricollocamenti. Le principali rotte marittime e terrestri sono state blindate attraverso accordi multilaterali (Ue-Turchia del 2016) e bilaterali (Italia-Libia del 2017, rinnovato il 2 febbraio 2020 per altri tre anni) così come mediante misure alle frontiere, lungo la cosiddetta “rotta balcanica” e anche alla frontiera italo-francese. Lì, lungo quella frontiera che è di costa e di montagna, si scontrano due visioni contrapposte del mondo, due vocabolari: quello della criminalizzazione e quello della solidarietà. Lì esseri umani fragili sono ridotti a “minaccia”, “problema” e “irregolarità”. Ma lì persone di grande umanità e coraggio agiscono per restituire diritti e dignità”.
Firenze, 21 febbraio 2020