Situazione sempre più critica anche in Cisgiordania. La testimonianza della nostra cooperante Francesca Forte a Ramallah

La testimonianza della nostra cooperante Francesca Forte da Ramallah. Fin dal 7 ottobre Francesca è stata la nostra voce e i nostri occhi dalla Palestina: in continuo contatto con i partner e tutte le persone coinvolte nei progetti di COSPE a Gaza, attiva nel coordinare le azioni di sostegno alla popolazione locale in rete con tutte le altre associazioni, oltre ad essere in prima linea come per testimonianze vive dai Territori Palestinesi anche sui media italiani. Questo il suo ultimo aggiornamento.

 

La situazione diventa sempre più preoccupante di giorno in giorno, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, a causa dell’aumento significativo delle violenze da parte dell’esercito di occupazione israeliano e dei coloni.

Proseguono le incursioni militari nei campi profughi di Nablus e Jenin; al momento risultano uccise 10 persone. In Cisgiordania tanti villaggi sono chiusi, bloccati dall’esercito israeliano, per cui diventano ancora più stringenti le restrizioni di movimento. Salgono paura e preoccupazione: la vita quotidiana dei palestinesi continua ad essere seriamente compromessa, le persone non riescono a raggiungere i posti di lavoro ed i bambini non possono andare a scuola.

“Sono in contatto con il PWWSD – Palestinian Women Working Society for Devolopment, partner di COSPE”, ci informa la nostra cooperante in Palestina Francesca Forte. L’ong è attiva sia a Gaza che in Cisgiordania con diversi progetti di empowerment femminile e servizi di sostegno psico-sociale per le donne vittime di violenza di genere. Continua Francesca: “Le beneficiarie del progetto Donne e Democrazia raccontano di una situazione molto complessa e difficile nei loro villaggi, a nord della Cisgiordania, nell’area di Nablus. Tuttavia stanno cercando di organizzarsi attivamente, costituendo dei comitati locali per dare risposte all’emergenza durante i momenti di maggiore crisi e pericoli, provando a dare risposte i bisogni più impellenti delle comunità”.

Gli attacchi da parte dei coloni israeliani, protetti e legittimati dal loro esercito, gravano maggiormente in un periodo molto importante per la popolazione, quello della raccolta delle olive, che in Palestina rappresenta una notevole risorsa economica. “Quando le persone si recano nelle proprie terre per fare la raccolta vengono attaccate e spesso uccise; molti ulivi ogni giorno sono sradicati, bruciati”, racconta ancora Francesca Forte. Tutto questo ci ricorda la necessità sempre più urgente di un intervento a favore della protezione della popolazione palestinese. “Se prima del 7 ottobre ci trovavamo di fronte ad una violenza sistemica, adesso questa sta raggiungendo l’ennesima potenza: ogni giorno aumenta la violenza, ogni giorno muoiono sempre più palestinesi: minori, donne, anziani e civili”.

 

In foto una delle sempre più frequenti manifestazioni a Ramallah

 

ottobre 2023