Gaza: l’IFJ chiede all’UNESCO di proteggere i giornalisti, COSPE chiede all’Ordine nazionale di proteggere il giornalismo.

C’è una guerra parallela a quella combattuta sul campo è quella dichiarata da sempre ai media e ai giornalisti e alle giornaliste che vogliono testimoniare con la loro professione quello che sta accadendo sul terreno. Dall’inizio della guerra a Gaza sono già 7 i giornalisti uccisi. Professionisti che hanno pagato a caro prezzo la loro presenza sui luoghi di guerra e poter raccontare i fatti di prima mano.

Ma c’è ancora un altro fronte a cui prestare la massima attenzione nei momenti di crisi più che in altri: la deontologia nella narrazione e il forte senso di responsabilità che deve permeare il lavoro del giornalista.  Su tutto questo facciamo nostro l’appello della Federazione Internazionale dei Giornalisti all’UNESCO  e, con una mail a Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Anna Meli, presidente COSPE, chiede di “ricordare a tutte/i giornaliste/i italiane/i la necessità della verifica attenta delle notizie, dell’uso di un linguaggio corretto e dell’attenzione dovuta a non alimentare l’odio, l’antisemitismo e l’islamofobia, anche nel nostro paese.  Chiediamo inoltre all’Ordine– aggiunge Meli-  un’attenzione e possibilmente un appello, un richiamo alla responsabilità”.

Di seguito l’appello di IFJ ( International Federation of journalists) che condividiamo.

Dallo scoppio del conflitto armato tra Hamas e Israele, la Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) è stata in costante dialogo con la sua affiliata palestinese, il Sindacato dei giornalisti palestinesi (PJS), che organizza i giornalisti nella Striscia di Gaza, così come con i giornalisti israeliani. L’IFJ e i suoi affiliati in tutto il mondo chiedono all’UNESCO di fare tutto il possibile per proteggere i giornalisti e chiedere che le parti in conflitto riducano la violenza, che comporterà solo vittime civili, in particolare giornalisti.

Dal 7 ottobre 2023 e dal primo attacco di Hamas, migliaia di civili palestinesi e israeliani sono stati uccisi, inclusi giornalisti e operatori dei media. Tra questi, l’IFJ annovera numerosi colleghi uccisi, feriti o rapiti. Nella notte del 13 ottobre 2023, l’esercito israeliano ha chiesto a più di un milione di palestinesi del nord della Striscia di Gaza di spostarsi nel sud del territorio per effettuare azioni militari. L’IFJ è preoccupato per le conseguenze per civili e giornalisti. L’IFJ invita quindi entrambe le parti in guerra a rispettare il diritto internazionale umanitario e la Carta delle Nazioni Unite.

L’IFJ, la Confederazione internazionale dei sindacati e Uni-Global, che rappresentano oltre 220 milioni di lavoratori in tutto il mondo, chiedono ai propri membri di esprimere la loro solidarietà ai lavoratori della regione colpita da questa guerra.

Inoltre, l’IFJ, l’unica organizzazione professionale che rappresenta i giornalisti presso le Nazioni Unite – come fa dal 1953 – invita solennemente il Direttore Generale dell’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile per la protezione e la sicurezza dei giornalisti, a fare tutto il possibile per garantire che i giornalisti della regione, sia nazionali che stranieri, possano svolgere la loro missione di informazione del pubblico in tutta sicurezza.

Secondo il PJS, nessun giornalista straniero attualmente riferisce dalla Striscia di Gaza o ha accesso alla regione per coprire questo conflitto. Solo i giornalisti palestinesi possono riferire su ciò che sta accadendo. È quindi urgente che le Nazioni Unite e in particolare l’UNESCO proteggano questi giornalisti e i loro diritti e mantengano il loro accesso a Internet e ad altre comunicazioni in modo che possano informare la popolazione palestinese locale e il mondo sulla guerra a Gaza.

Inoltre, la battaglia contro la disinformazione è uno dei pilastri della Carta etica globale per i giornalisti dell’IFJ , che deve rimanere la spina dorsale dei principi professionali dei giornalisti; essere ben informati è uno dei primi diritti di un cittadino.

Infine, l’IFJ e i suoi formatori sulla sicurezza PJS sul campo hanno tenuto conto della particolare situazione delle condizioni di lavoro dei giornalisti nella Striscia di Gaza aggiornando i suoi consigli sulla sicurezza e invitando tutte le redazioni – in particolare i datori di lavoro – a proteggere i propri giornalisti sul campo.

L’IFJ a questo proposito sta promuovendo il corso on line:  The Israel-Gaza Conflict: What Journalists Covering War Should Know.