Tunisi antirazzista scende in piazza per affermare la propria solidarietà nei confronti dei migranti subsahariani.

Sabato 25 febbraio è stata una giornata di mobilitazione a Tunisi per i cittadini e gli attivisti dei diritti umani che hanno voluto esprimere il loro dissenso nei confronti delle recenti dichiarazioni del Presidente della repubblica e la loro solidarietà verso i migranti subsahariani vittime di azioni arbitrarie di repressione. In un comunicato diffuso martedì scorso a margine di un consiglio sulla sicurezza, Saied ha allertato sulla situazione “innaturale” che si starebbe determinando in relazione a un “piano criminale ordito all’inizio del secolo per cambiare la composizione demografica della Tunisia” invocando “misure urgenti da adottare per far fronte al fenomeno dell’afflusso di un gran numero di irregolari sub-sahariani migranti in Tunisia”. Nel paese, secondo il comunicato presidenziale, un gran numero di persone provenienti dall’Africa subsahariana starebbero perpetrando “crimini, violenze e azioni inaccettabili”. Tali dichiarazioni contro i migranti sub-sahariani arrivano pochi giorni dopo che una ventina di organizzazioni non governative tunisine hanno denunciato l’aumento dell’incitamento all’odio e del razzismo nei loro confronti.

Partito davanti alla sede del Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini (Snjt) il corteo è arrivato in Avenue Habib Bourguiba dove gli organizzatori della manifestazione, tra cui il Forum per i diritti economici e sociali (Ftdes), il Sindacato dei giornalisti tunisini (Snjt), la Lega tunisina per i diritti umani (Ltdh) e l’Associazione tunisina delle donne democratiche (Atfd), hanno espresso il loro sostegno e la solidarietà a tutte le vittime di quella che hanno definito “una campagna razzista” chiedendo la definizione di criteri oggettivi per regolare lo status giuridico di tutte le persone che desiderano risiedere in Tunisia.

Gli slogan e i cartelli denunciavano la deriva fascista e razzista del paese esprimendo solidarietà nei confronti di tutti i migranti e dissenso nei confronti delle dichiarazioni di natura razzista e xenofoba che violano i principi costituzionali e delle azioni arbitrarie di repressione promosse nei confronti della comunità subsahariana. Grande inquietudine viene espressa da più fronti per la legittimazione del discorso razzista da parte delle più alte cariche dello stato.

La presenza di cittadini di origine subsahariana al corteo si contava sulla punta delle dita e questo in ragione del clima di terrore e odio che negli ultimi giorni si è accentuato nei loro confronti. Sono stati denunciati pestaggi, arresti ingiustificati, licenziamenti in blocco tanto che alcune ambasciate africane hanno invitato i propri cittadini a restare in casa.

La comunità subsahariana non è la sola al centro della repressione che nell’ultimo periodo ha coinvolto anche numerosi attivisti, giornalisti e sindacalisti.

 

27/02/2023