“NIÑAS AUTORAS DE SUS VIDAS”, intervista a Jeanine Viviana Rodríguez Loza
Jeanine Viviana Rodríguez Loza ricorda bene il momento in cui ha deciso di esporsi e di attivarsi per il suo paese “Nel luglio 2013, la diffusione a cura di CNN del documentario Girl Rising mi ha toccato profondamente perché rivelava una realtà chiara in tutto il mondo. Una realtà che si riferisce alle strutture culturali, sociali, ideologiche attuali che impediscono l’accesso all’istruzione, in particolare per le bambine” Comunicatrice sociale e grafica, una laurea in marketing e relazioni internazionali, Rodríguez Loza lavora nel settore politico presso l’Ambasciata del Brasile. Dal 2013 è ambasciatrice di Girl Rising per la Bolivia, per la promozione del diritto all’istruzione per le ragazze e co fondatrice dell’associazione “NIÑAS AUTORAS DE SUS VIDAS”.
In Bolivia la tratta e il traffico di persone è un fenomeno diffuso e riguarda soprattutto le ragazze minori, spessissimo le bambine. Un fenomeno legato anche alla prostituzione e alle domande da parte di persone senza scrupoli di bambine da assoggettare a ogni sorta di violenza.
Ci potrebbe dare qualche dato dei sulla tratta e sul traffico di persone in Bolivia? Cosa ci dice invece dei dati relativi alla violenza di genere nel Paese?
Secondo la Direzione nazionale per la tratta e il traffico di esseri umani in Bolivia, tra il 2019 e il 2021 sono stati denunciati più di 3500 casi di traffico e tratta di persone, oltre ai reati connessi che ne seguono. Ci tengo a sottolineare che si tratta soltanto dei casi registrati ufficialmente.
Sul tema della violenza di genere, invece, nel corso del 2021 la cifra presentata dal Ministero della Presidenza boliviana è stata di 108 femminicidi con 9 donne su 10 vittime di violenza domestica nelle seguenti zone: La Paz, Cochabamba e Santa Cruz. Di questi dati, il 64% raccoglie giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni.
Esiste una legge dal 2013, la legge n°348, che garantisce alle donne una vita libera dalla violenza, e oggi è in corso una sua riforma.
Può raccontarci delle bambine salvate e del loro lavoro?
Le ragazze con cui lavoriamo sono state salvate dalla tratta e dal traffico legato alla prostituzione grazie alla collaborazione di agenti speciali del governo e successivamente, a seconda del caso, attraverso le istanze dei sindaci.
Tuttavia, molte di loro sono anche fuggite o hanno cercato aiuto da sole. Altre si son rifugiate in case di proprietà della Chiesa cattolica e di quella cristiana. Molte altre hanno invece dichiarato di essere state salvate al confine o in alcuni luoghi del Paese come a Chapare.
Le ragazze venivano quasi tutte da famiglie con poche risorse e molte erano senza genitori.
Può dirci qualcosa in più sulla sua organizzazione?
NIÑAS AUTORAS DE SUS VIDAS. È questo il nome dell’organizzazione, risultato di un confronto interno alla sede centrale di Girl Rising. Questa organizzazione ha lavorato nel settore dell’istruzione alternativa rivolgendosi alle ragazze che hanno affrontato la tratta e il traffico legato alla prostituzione. Le abbiamo aiutate a tornare a scuola in modo più sicuro, insegnandole e motivandole alternativamente tra le materie “classiche” e il gioco, la musica, il ballo. Abbiamo optato anche per corsi di cucina e altre attività che potessero aumentare le loro conoscenze e che le coinvolgessero maggiormente.
Si tratta di ragazze dagli 8 ai 17 anni, che durante il periodo in cui sono state private della loro libertà non hanno avuto la possibilità di frequentare la scuola. NIÑAS AUTORAS DE SUS VIDAS ha quindi lavorato per reintegrare queste giovani donne a scuola, per investire nella loro formazione e nel loro futuro. Il messaggio che abbiamo voluto mandare è legato alla potenza e all’indipendenza che la formazione offre a ciascuna.
Di fronte a situazioni complesse con molte ragazze che mostrano traumi post-trattamento, sia fisici che emotivi, il nostro lavoro si concentra quindi sul loro presente e in prospettiva dei loro progetti futuri. L’obiettivo finale è che questo messaggio motivante ,che condividiamo con loro ogni giorno, abbia un effetto moltiplicatore. Speriamo che ogni bambina e adolescente, dopo essere stata motivata e reintegrata a scuola, motivi a sua volta altre donne in altri centri o donne appena salvate.
Quali sono le sfide future?
La sfida per tutti è che ci sia un lavoro congiunto, un lavoro di squadra. Unire le forze in una comune visione d’intenti vuol dire quindi rafforzare i nuclei familiari, le relazioni e proteggere i valori. La responsabilità non è di uno solo ma è collettiva. Una responsabilità di tutti