Giornata della Terra: un monito per ricordarci che dobbiamo cambiare economia, politiche e stile di vita.

La giornata della Terra è ogni anno una occasione per chiederci quanto è grande la nostra impronta ecologica sul pianeta – dice Giorgio Menchini, presidente di COSPE –  Tanto più importante oggi, nel pieno della crisi globale innestata dal Covid 19 che ha portato alla luce in modo drammatico le fratture che attraversano il nostro mondo, le ferite profonde che lo segnano.

I conti sono spietati: solo per mantenere le condizioni di vita attuale la popolazione della terra avrebbe bisogno di un pianeta in più. Se tutte le persone dovessero consumare secondo gli standard dei paesi più ricchi   ce ne servirebbero addirittura cinque. Questo modello economico e ambientale sta superando ogni limite di sostenibilità, e non è mai stato così iniquo, perché una porzione sempre più ristretta della popolazione mondiale consuma e distrugge la maggior parte delle risorse disponibili per tutti.  La Terra non può reggere questo ritmo e questa modalità ingiusta e scellerata di crescita e di consumo, che ha prodotto una crisi ambientale senza precedenti.

È necessaria un cambio di paradigma nella nostra visione di sviluppo, che metta al centro il dovere di riparare il nostro mondo e di curare le sue ferite, che dall’ambiente si trasmettono alla società, lasciando ai margini, senza diritti e senza difese, un numero sempre più grande di persone. Abbiamo bisogno, subito, di una conversione ecologica dell’economica e dei comportamenti: questa è l’unica possibilità di futuro per tutti noi.

La risposta che daremo alla crisi provocata dal Covid deve dare un segnale chiaro in questa direzione: le risorse che saranno destinate a rilanciare l’economia, a creare lavoro, non dovranno aumentare il nostro debito con la natura, non possiamo permetterci di ipotecare ancora il futuro delle prossime generazioni, è necessario un punto di svolta.

Lanciamo quindi un appello: alle persone perché cambino gli stili di vita; alla politica affinché cambi le regole dell’economia e sostenga un’azione di equità e solidarietà tra i popoli; alle imprese perché abbraccino un nuovo sistema produttivo che rigeneri e faccia durare più al lungo i materiali, avviando un processo circolare di rigenerazione delle risorse.

Non abbiamo più tempo, ogni giorno che passa ipotechiamo il nostro futuro ed erodiamo il capitale di vita e di cura che ci sostiene e ci alimenta su questa Terra. Per cambiare strada sono necessari innovazione e solidarietà, responsabilità e condivisione.

Oggi è la giornata della Terra e COSPE è impegnato a percorrerla, in ogni parte del mondo in cui è presente, a fianco delle comunità locali, dei popoli indigeni, delle donne e degli uomini che sono alla testa dei processi di cambiamento.

Per tutto questo aderiamo anche all’appello “Fermare ed invertire il degrado del suolo: una priorità per il Green Deal Europeo”, da una rete di venti associazioni della società civile della UE.

L’appello è una risposta alla Consultazione Pubblica sulla Strategia Tematica del  Suolo, lanciata dalla Commissione Europea,  per ribadire la necessità di conservare il suolo e soprattutto contrastare il suo degrado e impoverimento che pregiudica le capacità naturali e ambientali. Nel aderire a questa campagna europea COSPE si impegna a sostenere la riconversione agro ecologica dell’agricoltura europea e quindi la salvaguardia anche dei suoli tropicali che oggi sono fortemente deforestati per essere utilizzati per produrre alimenti per la zootecnia dei paesi ricchi ormai del tutto insostenibile.

Giorgio Menchini

22 aprile 2021