Noi siamo il futuro, noi siamo la cura. Un incontro con il Care Collective su interdipendenze e cambiamento necessario
La cura non è soltanto una pratica radicale, ma un valore, un principio trasformativo per rigenerare il tessuto sociale della nostra società. È una visione politica collettiva per il pianeta e per tutte le persone che lo abitano. La cura è il concetto chiave che unisce i movimenti ambientalisti, femministi e le lotte intersezionali del nostro tempo.
Martedì 9 aprile alle ore 19, al Giardino dei Ciliegi in via Dell’Agnolo 5 (FI), avremo il piacere di discutere di questi temi con Andreas Chatzidakis, membro del gruppo inglese The Care Collective, autore del “Manifesto della cura”, un’opera che propone una politica dell’interdipendenza come unica via per superare l’individualismo dilagante e immaginare un futuro per tutte e tutti.
L’ospite dialogherà con Maria Marchetti, coordinatrice medica Firenze di MEDU.
L’evento è organizzato da COSPE in collaborazione con Florence Must Act, Love My Way e Non una di Meno Firenze, nell’ambito di YOU(th) CARE FOR CHANGE, un progetto per le nuove generazioni volto a promuovere la cura globale, la sostenibilità e l’uguaglianza di genere.
Il Care Collective è nato nel 2017 come gruppo di studio, inizialmente orientato a comprendere e affrontare le diverse crisi del concetto di cura. Ogni partecipante proviene da una diversa disciplina ed è statə attivə, individualmente e collettivamente, in vari contesti personali, accademici e politici.
“Come possiamo creare sistemi in cui l’interdipendenza degli individui sia finalmente riconosciuta, in forme solidali e paritarie?” Nel “Manifesto della Cura” il collettivo inglese risponde a questa domanda individuando quattro principi fondamentali per creare comunità di cura: il mutuo soccorso, lo spazio pubblico, la condivisione di risorse e la democrazia di prossimità. Basandosi sulle migliori pratiche dei movimenti femministi e ambientalisti, propone una cura reciproca, non paternalistica né assistenzialista: una “cura promiscua” che non discrimina nessunə ed è al di fuori delle logiche di mercato. L’obiettivo è raggiungere uno “stato di cura” che non solo crei infrastrutture di welfare ma generi una nuova idea di democrazia orientata ai bisogni collettivi. Dimostrando che la cura è il concetto e la pratica più radicale a nostra disposizione oggi.
La traduzione del testo in italiano è a cura di Moïse Marie e Gaia Benzi.