Difendiamo l’aborto libero e sicuro e i diritti sessuali e riproduttivi in Europa

 

COSPE è una delle organizzazioni firmatarie di questo documento indirizzato agli Stati membri della UE in occasione della conferenza “L’effettiva garanzia dei diritti sessuali e riproduttivi in Europa” che si terrà il prossimo 28 settembre 2023 a Saragozza, nell’ambito della Presidenza spagnola del Consiglio dell’UE.

Questo appello vuole lanciare un allarme ma anche delle proposte sui diritti riproduttivi e sessuali delle donne in vista anche del 28 settembre, giornata internazionale per il diritto ad un aborto libero e sicuro. Il diritto ad un aborto libero e sicuro è tornato da alcuni anni al centro di molte battaglie dei movimenti femministi e transfemministi in Europa e nel mondo come diritto all’autodeterminazione delle donne contro il controllo patriarcale della riproduzione e dei corpi delle donne. Anche per questo 28 settembre saranno molte le iniziative in molte città in Italia e soprattutto il movimento transfemminista “Non una di Meno” ancora una volta ha deciso in maniera variegata, città per città, di dare voce alle proteste. Vogliamo infatti ricordare che seconda statistiche ONU la metà delle gravidanze nel mondo sono non desiderate e spesso forzate e non poter accedere all’aborto sicuro è una delle prime cause di morte materna. In Italia poi nonostante la legge 194 sono molte le criticità: dal numero altissimo di obiettori di coscienza che rendono impraticabile l’aborto in molte città e regioni, allo scarso uso per ragioni ideologiche e moralistiche della pillola abortiva, alla riduzione e depotenziamento dei consultori pubblici, fino alla decisione che si perpetua di non investire nell’educazione affettiva, sessuale e delle diversità.

Questo documento, così come essere nelle piazze il 28 settembre a fianco dei movimenti femministi e transfemministi, diventa oggi dirimente per la costruzione di società più giuste ed eque.

 

Di seguito la dichiarazione integrale delle organizzazioni della società civile alla Conferenza su “L’effettiva garanzia dei diritti sessuali e riproduttivi in Europa” che si terrà il prossimo 28 settembre 2023 a Saragozza

Alla vigilia della Conferenza di alto livello su “L’effettiva garanzia dei diritti sessuali e riproduttivi in Europa”, organizzata nell’ambito della Presidenza spagnola del Consiglio dell’UE, le organizzazioni firmatarie esortano gli Stati membri a prendere una posizione ferma e ad assumere impegni concreti per la difesa dei valori dell’UE, tra cui la salute e i diritti sessuali e riproduttivi (SDSR).

Con la fine dell’attuale mandato delle istituzioni europee e le elezioni del prossimo anno, questo è un momento chiave per l’UE per riflettere sulla direzione da prendere, sui valori da salvaguardare e sulle azioni da intraprendere per difenderli. Secondo l’Indice dell’EIGE (Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere), nessuno Stato membro ha attuato pienamente i valori fondamentali su cui si basa l’UE: lo Stato di diritto, la democrazia, i diritti umani, compresi i diritti delle donne e delle persone LGBTI, e l’uguaglianza, con particolare attenzione alla parità di genere. A causa di barriere legali, politiche, economiche, sociali e culturali, i diritti sessuali e riproduttivi sono ben lungi dall’essere garantiti nell’UE e nel mondo; e la garanzia al loro accesso, in particolare al diritto all’aborto, varia notevolmente sia tra gli Stati membri dell’UE che all’interno degli stessi.

Sfide come la pandemia da COVID-19, la guerra in Ucraina e l’emergenza climatica hanno creato un’incertezza senza precedenti riguardo al nostro futuro comune e hanno esacerbato le disuguaglianze già esistenti, soprattutto per le persone più svantaggiate, in particolare donne, ragazze e soggettività queer. Oltre a queste sfide, l’ascesa globale dei movimenti anti-diritto e anti-gender rappresenta una vera e propria minaccia per la democrazia e i diritti umani che alcuni Stati membri non hanno la volontà politica di salvaguardare; nello specifico, l’uguaglianza di genere e la salute sessuale e riproduttiva. Infatti, mentre alcuni stanno facendo progressi, altri indietreggiano sui diritti delle donne faticosamente conquistati, violando il principio di non regressione e adottando una legislazione contraria ai valori dell’UE. Alcuni Stati membri applicano dure restrizioni al diritto all’aborto: queste costituiscono gravi violazioni dei diritti umani, compreso il diritto alla libertà dalla tortura e alla vita. Le donne che abortiscono o che aiutano altre ad accedervi vengono addirittura perseguitate. Questo è assolutamente inaccettabile all’interno dell’Unione Europea, nel 2023.

I diritti sessuali e riproduttivi sono diritti umani, un prerequisito fondamentale per la realizzazione dell’uguaglianza di genere, del diritto a vivere liberi dalla violenza e sono essenziali per la salute. Sono inoltre intrinsecamente legati alla democrazia e allo Stato di diritto. La loro violazione costituisce una discriminazione di genere e persino una forma di violenza di genere, oltre che una violazione dei diritti umani.

I diritti sessuali e riproduttivi sono collegati ad altri molteplici diritti umani sanciti dal diritto internazionale ed europeo nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE, nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, come affermato nella relazione del Parlamento europeo sui diritti umani e le libertà fondamentali. I diritti sessuali e riproduttivi sono riconosciuti anche da organismi e agenzie esperte delle Nazioni Unite, come la CEDAW, l’OMS e l’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione), e da documenti internazionali sui diritti umani, per i quali l’UE si è già impegnata, come il Programma d’azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), la Dichiarazione e la Piattaforma d’azione di Pechino e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. In linea con questi impegni, assunti in particolare nel Consenso europeo sullo sviluppo e nel Piano d’azione per le questioni di genere III, l’UE deve essere coerente e difendere la salute e la sicurezza sessuale anche all’interno dei suoi confini. Gli Stati membri hanno la responsabilità e l’obbligo di garantire i diritti sessuali e riproduttivi, in quanto diritti umani, e l’UE ha un ruolo da svolgere per difenderli.

I diritti sessuali e riproduttivi sono sfide comuni a tutta l’Europa, che deve avere un approccio unificato per garantire un accesso equo a diritti umani e sociali di qualità. L’UE deve agire affinché tutte le persone, al suo interno e nel mondo, possano godere di pari diritti e condurre una vita libera e sicura, priva di discriminazioni e violenze di ogni tipo. Le istituzioni dell’UE e gli Stati membri hanno la responsabilità di promuovere e sostenere il benessere generale, la salute, la sicurezza e la protezione della vita delle persone. Chiediamo ai leader dell’UE di impegnarsi fortemente per sostenere la piena realizzazione dei diritti sessuali e riproduttivi, compreso il diritto all’aborto.

Concretamente, esortiamo gli Stati membri a:

– Affermare, attraverso una dichiarazione politica di alto livello, che i diritti sessuali e riproduttivi sono al centro dei valori fondamentali dell’UE, in quanto diritti umani, e che costituiscono un prerequisito per l’uguaglianza di genere, la libertà e la democrazia.

– Sostenere l’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

– Sostenere il rinnovo del mandato di un Commissario europeo e la creazione di un gruppo di lavoro del Consiglio dedicato alla parità.

– Sostenere il rinnovo della Strategia europea per l’uguaglianza di genere, che includa l’intera gamma di diritti sessuali e riproduttivi e l’educazione alla sessualità.

– Impegnarsi per una maggiore convergenza verso gli standard più elevati tra gli Stati membri dell’UE, in particolare continuando a condividere le migliori pratiche in materia di SDSR attraverso il Programma di Apprendimento Reciproco in materia di uguaglianza di genere.

– Utilizzare i meccanismi esistenti, o crearne di nuovi, per monitorare e condannare inequivocabilmente, nei termini più forti possibili e al più alto livello politico, qualsiasi passo indietro in materia di SDSR e uguaglianza di genere compiuto dagli Stati membri dell’UE.

– Sostenere politicamente e finanziariamente le OSC che difendono i diritti umani, sessuali e riproduttivi nell’UE.

– Intensificare gli sforzi e i finanziamenti per l’attuazione piena, efficace e accelerata del Programma d’azione dell’ICPD (Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo) e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

– Promuovere in tutta l’UE una politica estera femminista che includa gli SDSR.

– Impegnarsi a rimuovere tutti gli ostacoli alla piena realizzazione degli SDSR e adottare le misure necessarie per garantirne l’accesso, con particolare attenzione alle persone più emarginate.

– Impegnarsi a mettere in atto misure per garantire che il rifiuto di cure da parte degli operatori sanitari non limiti l’effettivo accesso al diritto all’aborto.

– Impegnarsi ad attuare misure per affrontare le molestie nei confronti delle donne che devono interrompere la gravidanza.

– Fornire a tutti i giovani un’educazione sessuale completa e basata su dati concreti, affinché abbiano le competenze necessarie per decidere liberamente e responsabilmente della propria sessualità.

DICHIARAZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI ( ESP- ENG)