“Darwin day: nessun albero è solo”. Parliamo di biodiversità e Amazzonia!
Il 12 febbraio è il Darwin Day: in questa data si celebra lo scienziato che proprio il 12 febbraio del 1809 è nato, e con lui la conoscenza e la consapevolezza dell’evoluzione. Il tema proposto quest’anno per omaggiare Charles Darwin è «Nessun albero è solo»: un titolo che mette al centro dell’edizione 2021 del «Darwin Day», uno dei lati forse meno conosciuti, ma altrettanto importanti, degli studi del celebre naturalista inglese: quello legato al mondo vegetale.
Sarà l’occasione per noi, insieme a Legambiente Lombardia, per parlare di biodiversità e in particolare della nostra campagna “Amazzonia from earth to heart”: una campagna che vuole salvare la grande biodiversità della foresta, continuamente messa a rischio, e con lei la diversità bioculturale. Ovvero i popoli amazzonici che rischiano l’estinzione, oggi più con mai a causa dell’emergenza Covid.
Secondo la teoria di Darwin, tutte le specie viventi sono tra loro imparentate e sono discese, attraverso successive modificazioni, da antenati comuni vissuti in epoche più o meno remote. Procedendo a ritroso nel tempo si arriverebbe all’antenato comune di tutte le specie.
Vi proponiamo un incontro (venerdì 12 febbraio ore 2030 su zoom, sotto tutte le informazioni) soprattutto per approfondire la crisi della biodiversità, per cercare risposte «alla luce dell’evoluzione».
Per Darwin l’Ecologia si chiamava Economia della natura. Da secoli, economia e natura sembrano essere i due poli opposti di un conflitto distruttivo, ma oggi è certo che ecologia ed economia dovranno andare assieme per costruire un futuro sostenibile. Dobbiamo responsabilmente arginare la tragica e costante scomparsa di specie animali e vegetali. Insomma, bisogna capire (e preservare) il reale valore del capitale naturale. Un valore che è fondamentale per le nostre economie.
Il declino registrato nelle popolazioni delle specie è inestricabilmente legato allo stato degli ecosistemi che le sostengono. La distruzione di questi ecosistemi rappresenta un rischio non solo per le piante e la fauna selvatica residenti, ma anche per gli esseri umani. Questo in quanto gli ecosistemi ci forniscono cibo, acqua dolce, aria pulita, energia, rimedi medicinali, e benessere. Inoltre, dipendiamo da sistemi naturali sani e diversificati per la regolazione e la depurazione delle acque e dell’aria, per le condizioni climatiche, per l’impollinazione e la dispersione dei semi, e per il controllo di parassiti e malattie.
Il capitale naturale è costituito proprio da tutte le risorse, rinnovabili e non, che la natura ci fornisce gratuitamente: piante, animali, aria, acqua, suolo, minerali. Risorse che ci forniscono dei benefici, definiti come servizi ecosistemici. Di per sé il patrimonio del capitale naturale si è evoluto fino a essere autosufficiente. Negli ultimi secoli, però, la pressione umana è aumentata senza sosta (urbanizzazione, agricoltura e pesca intensiva, inquinamento delle acque ecc.), consumandolo a un ritmo che i cicli della natura ormai non riescono più a sostenere. Chi ci perde siamo noi: perché non troveremo mai qualcuno che ci fornisca, gratuitamente, servizi anche solo lontanamente comparabili a quelli degli ecosistemi.
Perchè la campagna “Amazzonia from earth to heart”.
La foresta amazzonica è molto importante anche per la straordinaria varietà di specie che ospita. Un autentico gioiello della natura, unico al mondo. Qui vive il dieci per cento di tutte le specie animali conosciute,
La regione amazzonica custodisce la più vasta foresta pluviale al mondo e il più ricco sistema fluviale. Il Rio delle Amazzoni raccoglie quasi il 20 per cento dell’acqua dolce che si trova sulla Terra, mentre la foresta condiziona e regola il clima dell’intero pianeta.
La regione è abitata da circa 350 popolazioni indigene, spesso legate a tradizioni e usi molto antichi.
L’Amazzonia ospita la maggiore biodiversità della Terra e ci sono più specie di piante e animali che altrove nel mondo: vi vivono 16 mila specie di piante, 1300 specie di uccelli (si pensa che un quinto di tutti gli uccelli del mondo viva qui), circa 400 specie di mammiferi, un valore che vale anche per i rettili e per gli anfibi e, addirittura, è stato stimato che in ogni singolo albero vivano 400 tipi di insetti diversi, per un totale di circa 100 mila specie di invertebrati; tutti questi valori sono stime che vengono aggiornate quasi di giorno in giorno considerata l’enorme quantità di specie viventi che abitano i più remoti angoli della foresta e che finora sono sfuggiti all’occhio umano.
Per salvare l’Amazzoni dobbiamo anche cambiamento il nostro stile di vita. Gli incendi sono il risultato diretto dell’aumento dei tassi di deforestazione per rivendicare illegalmente terreni e bonificarli, così da destinarli all’allevamento di bestiame e all’agricoltura. Le foreste di tutto il mondo vengono autorizzate ad allevare bestiame per carne e prodotti lattiero-caseari e a coltivare colture per nutrire le popolazioni di bestiame in aumento. Meno consumo di carne significa meno deforestazione.
Ne parliamo il 12 febbraio 2030 / 2230 nell’incontro dedicato, sulla piattaforma zoom (ID riunione: 896 6768 6578. – Passcode: 785867)
Diretta: YouTube Legambiente Lombardia
Conduce Elisa Scancarello
Barbara Meggetto, Legambiente. Consapevolezza
Adriano Martinoli, Università dell’Insubria. Biodiversità
Jacopo Calevo, Università di Napoli. Bellezza
Parleranno della campagna COSPE per l’Amazzonia:
Eleonora Migno, responsabile COSPE area andina
Martina Molino, rappresentante COSPE in Brasile
Nella stessa giornata si terrà anche l’evento on line “Amazonia velada” organizzata da TERRANOVA insieme a COSPE e altri partner del progetto “Circulando en Amazonia”.