Raccogliere la pioggia per seminare opportunità

[di Stefano Archidiacono per PACHAMAMA] In Bolivia si sta concludendo in questi giorni la stagione delle piogge. È stata una stagione delle piogge generosa, abbondate, feconda. L’acqua condensatasi nelle nuvole e scesa sulla terra ha ricaricato gli acquiferi, ha dato il segnale di avvio alla semina ed irrigato le colture nei campi, ha accresciuto la portata dei fiumi diluendone la contaminazione, ha colorato di verde il paesaggio andino. Le copiose piogge hanno anche causato problemi.

Nella cittadina di Tiquipaya, a nord di Cochabamba, un’alluvione ha lasciato senza casa a quasi 300 famiglie. La regione di Cochabamba, zona d’intervento del progetto Pachamama, si caratterizza per essere una regione semi-arida con una stagione delle piogge concentrata in tre mesi (generalmente da dicembre a marzo) e una lunga stagione secca. I cochabambini conoscono molto bene le problematiche legate all’acqua: scarsità d’acqua, contaminazione delle risorse idriche, alluvioni e conflitti socio-politici sulla gestione e distruzione dell’acqua si susseguono ogni anno e coinvolgono in prima persona una percentuale importante della popolazione. Negli ultimi anni queste problematiche sono andate intensificandosi. Stiamo infatti assistendo ad un progressivo deterioramento degli ecosistemi della regione, principalmente i fragili ecosistemi di montagna caratteristici del territorio andino, che causa un impatto importante sul ciclo idrologico. Le principali cause di questo deterioramento, la deforestazione e l’erosione dei suoli, provocano una diminuzione della capacità degli ecosistemi di ritenere l’acqua (nel suolo e nel sottosuolo) durante la stagione delle piogge e quindi rilasciarla progressivamente durante la stagione secca a beneficio degli ecosistemi naturali e delle attività umane. Inoltre i cambiamenti climatici che hanno come effetto l’aumento della temperatura e quindi dell’evaporazione e la diminuzione dell’umidità nell’aria e nel suolo aggravano ulteriormente questi processi di degradazione ambientale. Le comunità indigene che abitano le vallate andine e che si dedicano all’agricoltura ed all’allevamento in piccola scale sono particolarmente colpite da questi fenomeni antropogenici che modificano gli equilibri ecologici dei loro territori.

Il progetto Pachamama ha adottato, nella regione di Cochabamba, due principali strategie per far fronte a questa situazione:

(1) aumentare la capacità di ritenzione dell’acqua nei territori attraverso interventi finalizzati alla raccolta dell’acqua piovana e (2) promuovere una visione integrale nella gestione dei (micro)bacini idrografici attraverso interventi pilota di riforestazione ad attività di formazione e concertazione multi-attoriale.

Nel mese di marzo l’equipe di progetto ha iniziato a lavorare nella comunità di Carcaje, situata nella regione del Valle Alto, un grande vallata inter-andina situata a 50 km dalla città di Cochabamba. A Carcaje è attiva l’associazione COMUVA, un’articolazione di 13 donne che si dedicano alla produzione e commercializzazione di ortaggi biologici. Una delle difficoltà che incontrano le donne associate a COMUVA è la scarsità d’acqua durante la stagione secca che limita la possibilità produttive e quindi il rifornimento di
ortaggi alla nicchia di mercato faticosamente costruita nel corso degli ultimi 3 anni. Dopo una riunione con le donne di Carcaje è stato deciso di intervenire per mitigare questa situazione attraverso la costruzione di 8 sistemi familiari di raccolta dell’acqua piovana (a carico della Fundación Abril) e 8 sistemi d’irrigazione a goccia, sistemi ad alta efficienza e basso consumo idrico (a carico di Agua Sustentable). I lavori sono cominciati ad inizio marzo con la partecipazione attiva dei beneficiari nella realizzazione degli interventi d’infrastruttura attraverso la provvisione di materiali reperibili in loco come la pietra e lavoro volontario come la preparazione dei terreni, la scavazione di trincee e la preparazione del cemento. L’acqua piovana verrà raccolta dai tetti delle case delle donne coinvolte attraverso una grondaia costruita ad hoc e condotta, mediante una tubazione in PVC, in un serbatoio di 5.000 litri acquistato per ogni famiglia beneficiaria. Verrà inoltre installato un filtro meccanico per impedire l’ingresso di impurità nei serbatoi per lo stoccaggio dell’acqua. L’acqua verrà quindi distribuita attraverso un sistema d’irrigazione a goccia che funziona con la forza di gravità negli orti ecologici situati nelle vicinanze delle abitazioni. I sistemi idraulici, attualmente in fase d’implementazione, verranno conclusi nel mese di marzo e permetteranno di rafforzare la sicurezza idrica delle donne di Carcaje consentendo di migliorare la pianificazione ed il rendimento dei raccolti e quindi gli ingressi economici famigliari. L’intervento contribuirà al raggiungimento dell’obbiettivo del progetto Pachamama ovvero il rafforzamento del ruolo delle donne nel garantire la sicurezza alimentare. Nella giornata internazionale dell’acqua, diritto fondamentale di ogni essere umano, vogliamo rimarcare l’importanza della tecnologia per garantire l’accesso universale all’acqua. Tecnologia ed infrastruttura idraulica sono infatti aspetti fondamentali per garantire a tutti la possibilità di usufruire di acqua per uso produttivo e domestico in quantità e qualità adeguate. Per questo consideriamo urgente realizzare tutti gli sforzi necessari per garantire investimenti e sviluppare tecnologie ed infrastrutture che siano accessibili a tutti, ecologiche e sostenibili e che contribuiscano a risolvere i problemi concreti delle persone che maggiormente soffrono per la scarsità d’acqua, la contaminazione delle risorse idriche o le alluvioni.