Da 4 al 10 ottobre 2021 a Bologna la quindicesima edizione del Terra di Tutti Film Festival

Sette giorni, 5 cinema, 24 film in sala e online. Un palco al DAS con eventi, performace artistiche riflessioni e dibattiti su diritti umani, parità di genere, climate change, conflitti e migrazioni

Programma completo su www.terradituttifilmfestival.org

 

Bologna, 26 settembre 2021 – È in programma dal 4 al 10 ottobre il Terra di Tutti Film Festival, l’evento che da quindici anni dà voce a tutte le persone invisibili organizzato da COSPE, ONG che lavora in 25 Paesi del mondo con progetti per lo sviluppo equo e sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli, e WeWorld, organizzazione con sede a Bologna e Milano che da 50 anni difende i diritti di donne, bambini e comunità locali in 25 Paesi inclusa l’Italia.

Come ogni anno le attività di Terra di Tutti Film Festival inondano la città di Bologna e i suoi cinema, con proiezioni ed eventi, riflessioni e dibattiti sui diritti umani, parità di genere, climate change, conflitti e migrazioni. Cinque le sale coinvolte, le proiezioni a Bologna si terranno infatti al Cinema Europa (4 ottobre), al Vag (5 ottobre), all’Odeon (6 ottobre), al Galliera (7 ottobre) e al Lumiere (8-10 ottobre). Fino al 6 ottobre le proiezioni saranno solo in orario serale, mentre dal 7 al 10 ottobre sia pomeridiano che serale.

Gli eventi fuori sala dedicati alla solidarietà e alla cooperazione su tematiche che vanno dalla Siria all’Afghanistan e alle sfide globali come quella del Climate Change, si terranno al DAS di Bologna dal 7 al 9 ottobre.  Il festival potrà essere vissuto anche online e in tutta Italia grazie anche agli appuntamenti in streaming. Tra gli ospiti Carlotta Sami, Giuseppe Giulietti, Leuz Diwane G, F.U.L.A, Vanda Ortega, Marta Serafini, Francesca Borghetti, Sabika Shah Povia, Gabriele Galimberti, Renata Ferri, Fabio Lovino e molti altri ospiti.

Dal 7 al 9, ogni sera, appuntamento con la performance artistica Impronte di Extinction Rebellion in diverse piazze di Bologna per riflettere sull’urgenza e gravità della crisi climatica, della scarsità d’acqua, per promuovere un attivismo quotidiano, individuale e collettivo, nell’ambito del progetto People&Planet. Un’istallazione di biciclette e la forza delle gambe di chi pedalerà alimenteranno gli impianti dell’esibizione dell’8 ottobre alle ore 19 in Piazza Maggiore.

«In questa edizione del festival che sta per cominciare – racconta Jonathan Ferramola, direttore del TTFF – abbiamo deciso di dedicare molta attenzione ai temi ambientali e alle trasformazioni dei territori legate ai cambiamenti climatici, dal punto di osservazione delle comunità locali che dal Venezuela alla Papua Nuova Guinea dal Mozambico alla Siberia vivono sulla loro pelle la crisi climatica in atto. Racconti di adattamenti e resistenza, di rivendicazioni e sofferenze, di riscatto e memoria. Altri tasselli fondamentali che affrontiamo sono le crisi dimenticate e irrisolte, dai 10 anni del conflitto siriano ai 20 anni da quello afghano, passando per la Striscia di Gaza, il Libano, la Bielorussia ed i Saharawi e la nostra storica sessione d’apertura, dedicata a Fortezza Europa, storie di migrazioni, accoglienza e solidarietà sui due lati del Mediterraneo. Insomma, un giro del mondo in 24 film ricco di voci invisibili ma potenti, che cerchiamo di rilanciare e diffondere con sempre maggiore forza e determinazione.»

«Dare voce alle persone invisibili è molto importante per un’organizzazione che difende i diritti di chi è più vulnerabile in Italia e nel Mondo. Questo per noi di WeWorld-GVC è il 50esimo anniversario e lo celebreremo proprio al Terra di Tutti Film Festival, un festival che serve proprio a rendere visibile chi troppo spesso è nascosto, chi dopo questa pandemia sarà ancora più in difficoltà, ai margini, e lo faremo con film, eventi, dibattiti e performance artistiche.” – spiega  Dina Taddia, Consigliera Delegata WeWorld – Saremo a Bologna, come ogni anno da 15 anni, con le Istituzioni, le cooperative, le imprese e le associazioni che anche oggi sono al nostro fianco, dimostrando di credere negli stessi valori per cui ci impegniamo con passione ogni giorno, sostenendoci nei progetti in giro per il mondo, come nelle nostre attività in Italia. Perché il cambiamento si può fare solo insieme.»

«Il Terra di Tutti Film Festival – dice Giorgio Menchini presidente di COSPE – è come ogni anno l’occasione di dare voce ai cosiddetti “invisibili” del mondo. Quest’anno è doveroso per noi affrontare i conflitti “invisibili”, quelli dimenticati come quello ancora in corso in Siria, e quello afghano che da invisibile è tornato alla ribalta in tutta la sua tragicità l’estate scorsa. Ma un altro conflitto è in corso, quello tra i popoli indigeni dell’Amazzonia e un sistema globale di sfruttamento che sta sterminando popoli e culture ancestrali e distruggendo la foresta e le tante diversità bio culturali che la abitano. Insieme ai tanti film, agli incontri, finalmente dal vivo, e ai contributi di tanti ospiti il nostro Festival sarà l’occasione per fare luce su questi e i tanti contesti e tanti temi che sembrano lontano ma ci riguardano così da vicino: una verità di cui ci rendiamo conto quando quando spesso è troppo tardi.»

I film  

L’edizione 2021 del festival ha visto 612 candidature presentate ai vari bandi di concorso. Tra loro 24 titoli tra lunghi e cortometraggi, documentari e fiction sociali sono stati selezionati per concorrere ai cinque premi in palio, tra cui il Premio Giovanni Loporto, dedicato all’operatore ucciso nel 2015 al confine tra Afghanistan e Pakistan da un drone armato statunitense e la Menzione DAMSLAB assegnata ogni anno dagli studenti del corso “analisi dei film” di UNIBO.

Il Terra di Tutti Film Festival ha come obiettivo quello di dar voce a chi non ha voce, di illuminare e ricordare conflitti sociali passati in secondo piano e quasi dimenticati. Con Courage del regista bielorusso Aliaksei Paluyan accediamo i riflettori sul martoriato paese dell’Europa orientale durante le elezioni presidenziali. Tre attori di un teatro clandestino di Minsk vengono coinvolti nelle rivolte e proteste di massa per la libertà di parola e il cambio di potere. Si cambia scenario con Once upon a time in Venezuela, film di Anabel Rodriguez Rios che ci porta sul Lago di Maracaibo, sotto l’incantesimo dei silenti fulmini del Catatumbo, il piccolo villaggio del Congo Mirador che si prepara alle elezioni presidenziali.

La Papua Nuova Guinea e la perdita della sua identità è la protagonista di Ophir di Alexandre Berma e Olvier Pollet con la comunità indigena dell’isola di Bougainville che viene sottomessa dagli europei per estrazioni di rame e oro. La perdita di identità dei luoghi, questa volta urbani, è il tema di Rust, un corto del regista polacco Rafal Malecki. Il ritratto intimo di un’artista-saldatrice che si aggira con la famiglia e il cane tra aree post-industriali e luoghi ameni lontani dal caos cittadino alla ricerca di rottami metallici per sue opere. Once you Know di Emmanuel Cappellin affronta invece il tema del climate change e racconta l’intimo viaggio del regista attraverso l’abisso di un mondo sull’orlo del collasso climatico.

Molto ampia la selezione di pellicole che hanno come scenario il medio-oriente. Iraq’s lost generation di Anne Poiret racconta la vita della generazione denominata “bambini dell’Isis”, figli di padri che hanno promesso fedeltà al Califfato. Senza i diritti, discriminati e resi degli emarginati sociali, questi minori conducono una vita a metà, tra dolore, ricordo e sete di futuro. In Prima Linea di Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso ci porta sulla prima linea del fronte di guerra, raccontata attraverso l’obiettivo di tredici fotoreporter che con i loro scatti hanno mostrato l’inferno, gli orrori, le sofferenze e le cicatrici indelebili della guerra. Shadow Games di Eefje Blankevoort e Els van Driel, è invece un progetto transmediale tra video, foto, web e videogioco che narra la moderna Odissea di alcuni giovanissimi che, scappando da paesi in guerra come l’Iraq o la Siria, tentano di attraversare i confini europei alla ricerca di una vita migliore.

Tre film raccontano l’Iran. Climbing Iran è un docu-film di Francesca Borghetti che racconta la storia di Nasir, una giovane scalatrice iraniana e tutte le sue difficoltà per il raggiungimento della libertà. Grazie allo sport e all’arrampicata ha potuto girare il mondo diventando la prima donna iraniana ad aprire nuove piste dall’Iran, alle Alpi a molti altri Paesi. Holy bread di Rahim Zabihi è un docu-film sulla vita dei Koolbari: i trasportatori illegali-ma-legalizzati che trasportano merci attraverso le montagne, persone disperate che raccontano le storie della loro vita, il quotidiano rischio della morte per garantire il pane alla propria famiglia. The Silhuettes di Afsaneh Salari racconta la difficile condizione degli immigrati afghani in Iran dopo l’invasione dell’Afganistan da parte dell’URSS attraverso la storia di Taghi, erede di quella generazione, non disposto ad accettare i limiti dello status di rifugiato proprio dei suoi genitori.

Herat Football Club è la straordinaria storia delle calciatrici della squadra di calcio femminile di Herat, in Afghanistan. Un gruppo di ragazze che ha trovato nel calcio un modo per stare insieme ed emanciparsi dal ruolo tradizionale delle donne nella società afgana. Oggi tre di loro sono riuscite ad arrivare in Italia dopo la terribile odissea dell’evacuazione dello scorso agosto all’indomani della presa di Kabul da parte dei Talebani. Grazie al lavoro congiunto del regista del documentario, Stefano Liberti (presente in sala), COSPE, e le autorità governative, le ragazze insieme all’allenatore e le loro famiglie sono riuscite ad uscire dall’Afghanistan dove rischiavano la vita per il solo fatto di aver giocato a calcio.

I film in streaming

Ogni giorno una sessione di film sarà disponibile in streaming per 24 ore sulla piattaforma terradituttifilmfestival.stream

Gli eventi

Dal 7 al 9 ottobre spazio agli eventi, molti di questi concentrati dal DAS di Bologna e in diretta sulle pagine Facebook di Terra di Tutti Film Festival, WeWorld e COSPE.

7 ottobre

Due talk organizzati in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Regione Emilia Romagna. Alle 9.30 è previsto Migrazioni Ambientali: persone e diritti con: Ferdinando Cotugno (giornalista), Irene Leonardi (WeWorld) Carlotta Sami (UNHCR), Pierluigi Musarò (UNIBO), Margherita Romanelli (WeWorld), Chiara Ferrari (IPSOS), Paola Berretta (Coordinatrice Carta di Roma e ricercatrice Osservatorio di Pavia), Alex Bellini (Ambassador Campagna #ClimateOfChange). Alle 16 Osservatorio Esteri. Crisi mediatiche e crisi dimenticate, una riflessione intorno alla costruzione mediatica del racconto degli esteri e sul ruolo dei professionisti della comunicazione nei contesti di crisi con un focus su Afghanistan, Siria e Libano. Partecipano: Giuseppe Giulietti (FNSI), Paola Barretta (Carta di Roma), Marta Serafini (Corriere della Sera), Andrea Comollo (WeWorld), Anna Meli (COSPE), Barbara Schiavulli (corrispondente di guerra), Sabika Shah Povia (redazione Propaganda Live).

8 ottobre

Alle 19.30 Feneen – Viaggio nell’urban music senegalese, una conferenza spettacolo di artisti italiani e senegalesi che, tra storie di vita e djset, aprono spazi di viaggio e di incontro nella periferia di Dakar, dove la cultura hip hop è strumento di trasformazione e riscatto sociale. Con i rapper Leuz Diwane G e F.U.L.A e il producer Frank Sativa.

9 ottobre

Dalle ore 10 Fai tu la storia, un incontro con i produttori del mercato ritrovato e un laboratorio performance sul cibo agricolo con la compagnia teatrale Koinè. Alle 11 Stand Up for Victims. Reagire al razzismo e supportare le vittime per rendere le nostre comunità un posto migliore, iniziativa di sensibilizzazione per la lotta al razzismo, una responsabilità collettiva che riguarda tutte le componenti della società: istituzioni, associazioni, singoli individui. Alle ore 18 AMAzzonia 2021: storie di resistenza dei popoli della foresta: le popolazioni amazzoniche, strette fra Covid e deforestazione, affrontano una minaccia mortale. Un racconto attraverso le immagini del Dossier realizzato da Giammarco Sicuro, giornalista e inviato RAI in America Latina, le storie di resistenza dei custodi della foresta. In collegamento dal grande cuore verde, Vanda Ortega, attivista indigena, infermiera in prima linea nella lotta contro il Covid, e Angelo Ferracuti. Modera Giorgio Dal Fiume.

Alle 18.30 WeWorld, 50 anni di lotte si inizia con lo Screening off di Ameriguns di Gabriele Galimberti. A seguire, visione di cortometraggi, fotografie e racconti per celebrare i 50 anni di WeWorld-GVC. A conclusione dell’evento, le premiazioni di premi Giovanni Loporto, Storie di Giovani Invisibili (Emil Banca) e Voci di Donne Invisibili (Coop Alleanza 3.0).

La fotografia

Il Terra di Tutti Film Festival 2021 incontra Cortona On The Move, festival internazionale di visual narrative. Cinque talk introdotti da Veronica Nicolardi (Direttrice di Cortona On The Move) con fotografi italiani e internazionali per parlare di fotografia sociale (Michele Lapini, Luciano Nadalini, Giulia Ticozzi), migrazioni (Alisa Martynova), narcotraffico (Alfredo Bosco), ambiente (Camilla Miliani, Manila Camarini) e frontiere (Roselena Ramistella).

L’ingresso alle proiezioni e agli eventi è libero fino a esaurimento posti e non è prevista la prenotazione. Nel rispetto delle normative vigenti, per evitare assembramenti, è consigliato presentarsi 15 minuti prima dell’inizio delle proiezioni e degli eventi.

È obbligatorio il green pass.

Terra di Ttutti Film Festival è la rassegna di cinema sociale che nasce a Bologna nel 2007 da COSPE, associazione nata a Firenze nel 1983 e che oggi lavora in 25 Paesi del mondo con circa 100 progetti per lo sviluppo equo e sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli, e WeWorld, organizzazione con sede a Bologna e Milano che da 50 anni difende i diritti di donne, bambini e comunità locali in 27 Paesi inclusa l’Italia.

Dal 2007 il Terra di Tutti Film Festival porta a Bologna documentari e cinema sociale dal sud del mondo, con l’obiettivo di dare visibilità alla realtà di quei Paesi, popoli e lotte sociali che sono “invisibili” nei mezzi di comunicazione di massa. Partecipano al festival le opere audiovisive di medio e cortometraggio il cui taglio narrativo è incentrato sulla lotta per l’uguaglianza dei diritti, il genere, la difesa della libertà, la cittadinanza attiva, la coscienza ambientale ed ecologica. Il Terra di Tutti Film Festival vuole offrire visioni del sud senza retoriche, censure o pietismi, ma con l’idea che solo uno sguardo lucido, reattivo e mai rassegnato delle realtà che ci circondano possa portare a cambiare il presente ed inventare futuri. Anche attraverso il cinema.

Il Festival è organizzato nell’ambito di Bologna Estate e del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS con il contributo di Emilia-Romagna Film Commission e sostenuto da progetti finanziati dall’Unione Europea. Dal 2021 è membro di AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema).

 

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