Bolivia: i diritti delle donne e le comunità rurali.

In Bolivia come in tutto il mondo durante la storia il ruolo della donna nella società è stato marginalizzato rispetto al ruolo degli uomini e questa situazione ha portato anche qui le donne ad avere difficoltà nel riconoscimento dei diritti fondamentali e pari opportunità. Attualmente, soprattutto in area rurale persiste una cultura maschilista che sottomette le donne alle decisioni e molte volte alle violenze non solo psicologiche da parte degli uomini della famiglia.

Durante gli ultimi anni si è riusciti a raggiungere importanti traguardi in ambito di uguaglianza, diritti e partecipazione delle donne in Bolivia, e l’attivismo femminile e femminista ha un ruolo importante nella società. Qui potremmo parlare di numeri allarmanti ed eventi tristi, ma vogliamo parlare di donne boliviane  non in questo modo ma ricordando alcuni nomi di donne boliviane che potrebbero essere di esempio al mondo intero. Bartolina Sisa una grande guerriera che a lato del marito Tupac  Katari lottò contro gli oppressori della colonia come anche Juana Azurduy de Padilla che dal dover essere monaca decise di intraprendere la lotta armata e Adela Zamudio scrittrice pioniera del femminismo in Bolivia.

Nel nostro piccolo nel progetto Pachamama finanziato  dala cooperazione italiana, lavoriamo con le donne delle comunità intorno a Tacacoma e Quiabaya, distretto di La Paz con il nostro partner locale CECASEM. Stiamo promuovendo processi di riflessione, formazione e partecipazione attiva delle beneficiarie nelle comunità di appartenenza e in queste settimane stiamo lavorando su una agenda delle donne che possa rappresentare le necessità di genere e soluzioni e proposte concrete da presentare alle istituzioni competenti.

Quest’anno non parteciperemo a manifestazioni o eventi a La Paz ma rimarremo in queste piccole comunità e non a caso il 7 e 8 di marzo abbiamo organizzato un grande evento (in relazione ai numeri dei nostri beneficiari), invitando tutte le nostre beneficiarie negli ambienti dei due municipi per parlare tutti insieme di cosa significa essere donna nelle comunità rurali della Bolivia più profonda.

Un’ occasione lontana dai riflettori ma importante per confrontarci, parlarci, conoscerci, condividere problemi e soluzioni, un passo importante che presto sarà raccolto in una Agenda delle donne, un modo per partecipare attivamente alle scelte politiche della zona e prendere decisioni che favoriscano una uguaglianza effettiva tra uomini e donne, per essere libere di poter denunciare le violenze domestiche, l’abuso fisico e psicologico quotidiano, la marginalità dai processi decisionali, e finalmente guardarci negli occhi e sapere che non siamo sole e che insieme possiamo raggiungere importanti risultati e migliorare le nostre vite. Perché’ anche qui nelle valli andine siamo unite per “NI UNA MENO”.

Qualche giorno fa ci hanno accusato nella comunità che con alcune azioni del progetto la violenza sulle donne è aumentata, abbiamo sorriso e siamo rimasti soddisfatti perché evidentemente quello che è aumentato con la nostra azione è il numero di denunce e che le nostre amiche e beneficiarie hanno deciso di parlare e non nascondersi in una triste e isolata vergogna. Significa tanto per noi, perché significa che finalmente qualcosa sta cambiando anche grazie a noi.

di Ana Quispe e Antonio Lopez y Royo

17 marzo 2020