La Meloni al Tg2 e la non-intervista. Basta a politici e media che seminano odio. Lettera aperta di Galieni.
Lettera aperta di Stefano Galieni ai colleghi e alle colleghe, ma anche alla società civile tutta. Galieni è un giornalista, un attivista e un esperto di immigrazione, di cui si occupa da tempo sia con l’attività giornalistica che quella politica: oggi è infatti responsabile nazionale del Dipartimento Immigrazione di Rifondazione Comunista. Come COSPE ci sentiamo di sottoscrivere ogni parola di questo testo, che richiama ai valori fondanti e alla deontologia del mestiere di giornalista e che ricorda quanto dare sponda ai discorsi d’odio, basati su manipolazioni e cattiva fede, generi solo altro odio. Un richiamo alla responsabilità sia dei media che dei politici.
Care/i colleghe/i
Ieri sera, 29 ottobre, ho modo di seguire quello che ritengo uno scempio dal punto di vista giornalistico.
A “Tg2 post”, ho avuto modo di ascoltare l’onorevole Giorgia Meloni a confronto con il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano
Ho trovato umiliante la maniera con cui il giornalista si è relazionato con la parlamentare.
Una segretaria di partito autorevole e che gode di ampio consenso, senza un minimo di confronto, urlava di “immigrazione incontrollata” (sono ancora in vigore le leggi Salvini) e con numeri che smentiscono categoricamente le sue dichiarazioni, ma che il direttore non ha ritenuto, speriamo unicamente per assenza di strumenti, confutare.
Ho trovato ripugnante il suo tentativo – a cui non è stata contrapposta alcuna domanda – di appropriarsi dei principi di laicità, per tanti anni rinnegati dalla suddetta quando si faceva paladina delle radici cristiane dell’Europa.
La richiesta di pronunciamento di una indefinita (non esiste) “comunità islamica”, che dovrebbe condannare ogni eccidio è un’insegna strumentale all’ignoranza e allo sciacallaggio politico.
Chi scrive condanna senza alcun tipo di tentennamento ogni forma di violenza agita per qualsiasi ragione, in particolar modo in nome di una religione e del suo uso strumentale.
Ma coloro che giustamente richiamano oggi alla laicità dello Stato sono gli stessi che ieri urlavano per il timore peraltro infondato, di un crocifisso rimosso, per la difesa di una idea di famiglia e di amore non corrispondente ad una visione altrettanto fondamentalista della chiesa.
Dove era poi la Meloni quando si attaccavano le moschee in nome della libertà religiosa.
Dove era la suddetta quando si votavano gli infami accordi con Erdogan che solo da sinistra, quella vera, venivano condannati come liberticidi.
Ma soprattutto insisto, per quale motivo la sedicente esponente della libertà e della cosiddetta “identità europea”, non incontra mai persone con la schiena diritta in grado di fare a lei e ad altre esponenti di un sovranismo fascistoide, le giuste domande.
Attenzione è così che sostenendo gli apprendisti stregoni si fomenta lo scontro fra persone che potrebbero rifiutare il terreno della violenza e che invece rischiano di doversi schierare senza alternative.
Da cittadino italiano e non credente ascolto spesso la voce di cittadini che credono ad un’altra religione e che si sentono offesi dalle vignette a sfondo pornografico di Charlie Hebdo, ma che non accetterebbero mai di sentirsi rappresentati da coloro che in nome di tal offesa, si permettono di uccidere e di eliminare vite innocenti.
Mai come oggi, chi fa informazione, deve osare e alzare la testa per non fornire alibi al terrorismo in ogni sua forma esso si manifesti.
Mai come oggi non si deve permettere ad imprenditori della paura, bugiardi matricolati, misere figure che costruiscono un pericoloso immaginario collettivo, di averla vinta.
Nel servizio del tg2, quando si è parlato di Covid, ho percepito la stessa ansia di propagandare menzogna. Lo stesso triste bisogno cinico del nemico. Grottesco sentir dire che un governo – da cui peraltro non mi sento rappresentato – ha perso tempo per farci invadere dagli immigrati e proclamare leggi contro l’omofobia invece che attrezzarsi per combattere il virus.
Come possono parlare di ciò coloro che, in maniera trasversale, negli ultimi 10 anni hanno contribuito a distruggere il Sistema Sanità Nazionale attraverso privatizzazioni selvagge, precariato per il personale, limitazione al numero dei medici?
Non so come si uscirà e quando si uscirà da questo incubo.
So con certezza che non sarà per merito di certe “onorevoli” né di giornalisti servizievoli, che ci salveremo.
Cordiali saluti
Stefano Galieni