Intervista a Mohamed Leghtas

I: Come siete entrati in contatto con il SabirFest e qual è stato il vostro contributo a questa manifestazione?

M: Sono entrato in contatto con il SabirFest perché la mia associazione, che propone delle alternative in Marocco, è un partner di COSPE e di altre associazioni italiane. Per questo siamo stati invitati a partecipare al SabirFest.

I: Qual è secondo lei la situazione attuale riguardo alla libertà d’informazione nel Maghreb, nel mondo arabo in generale e nel vostro paese nello specifico?

M: La libertà d’espressione nel Maghreb non c’è. Non si può dire di essere veramente liberi di esprimerci malgrado, ad esempio in Marocco, la nuova Costituzione del 2011 garantisca la libertà d’espressione: il contenuto dell’articolo 28 sancisce la libertà d’espressione, l’articolo 27 garantisce il diritto d’accesso all’informazione e l’articolo 29 riconosce il diritto di manifestare e di riunirsi. Ma di fatto, nella realtà, non siamo liberi: ci sono giornalisti che vengono perseguiti legalmente o imprigionati, forze dell’ordine che impediscono ai reporter di fare il loro lavoro, di documentare determinati eventi… Si usa la giustizia sostanzialmente per intimidire la stampa e per creare un clima di controllo. Per avere un’idea, basta guardare l’ultimo Rapporto di Reporters Sans Frontières che colloca il Marocco al 130esimo posto su 180 paesi, per capire come la libertà d’espressione non venga rispettata nell’Africa del nord e nel Medio Oriente in generale.

I: Oggi si usano molto i social network, soprattutto facebook e twitter. Ritiene che questo sistema costituisca uno strumento di comunicazione efficace per la divulgazione o no?

M: E’ certo che le nuove tecnologie d’informazione e comunicazione, internet in particolare, abbiano favorito la comunicazione e la libertà d’espressione nella nostra regione. Ma rappresentano anche delle sfide enormi. La sicurezza informatica è una sfida che riguarda non soltanto una regione ma il mondo intero. Come ben sapete, adesso attraverso i social network e l’informazione su internet, l’intelligence americana in particolare, ma anche di altri paesi, può spiare ed utilizzare tutti i dati che circolano su internet per “difendersi”. In questo senso, internet costituisce una sfida, oltre ovviamente ad essere sfruttato anche da alcuni gruppi terroristici per comunicare. Sapete che ad oggi le reti mondiali dei gruppi terroristici sfruttano molto internet per comunicare, per concepire i loro messaggi. Bisogna dunque essere prudenti nell’utilizzo d’internet e dei social network perché possono essere usati per fini lodevoli ma anche per altri malvagi.