Il Ghana: acqua per i cittadini

“Ancora oggi, 3,5 milioni di persone in Ghana  non  hanno  accesso  ad  acqua potabile. Nelle aree rurali, la mancanza di accesso ad acqua potabile è pari al 20%. L’87% della popolazione (più di 21 milioni  di  persone)  non  ha  accesso  a servizi igienico-sanitari adeguati”. Si tratta delle cifre poco rassicuranti che fornisce Ibrahim Musah, responsabile policy dell’ONG WaterAid in Ghana. Nonostante le strenue lotte della “Campagna nazionale contro la privatizzazione dell’acqua” e la conseguente ri-pubblicizzazione dei servizi urbani, la crisi idrica e sanitaria nel Paese parla chiaro e lo Stato del Ghana mostra come lo Stato consideri l’acqua un “problema di sicurezza nazionale” più che un bene comune da difendere.

Accanto alle inefficienze del sistema idrico e sanitario da un lato, e a una crescente consapevolezza delle necessità di inserire in Costituzione il diritto umano all’acqua,  il Ghana si trova oggi a un bivio: accettare le nuove condizioni imposte dal FMI ai danni della propria sovranità o, in alternativa, adottare un piano nazionale di gestione delle proprie risorse idriche. Una scelta strategica che potrebbe dare il via a una vera gestione pubblica dell’acqua, partecipata e responsabile a livello nazionale e decentrata sui territori.

Il COSPE è attivo in Ghana con il progetto “Water Citizen: Promoting Partecipatory Policy Making and Effective Service Delivery on Water and Sanitation”, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione Nzema e del distretto di Jomoro, di rafforzare il ruolo della società civile nel partecipare ai processi di policy making e spingere per un migliore efficienza dei servizi idrici dell’area.

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Swaziland: acqua per tutti

In Swaziland le terre migliori, cioè quelle più facilmente accessibili, più vicine a fonti idriche o più fertili, sono state destinate alla coltivazione intensiva della canna da zucchero. Un disastro ambientale e sociale che si può riassumere in un numero: 385,4. Tanti, infatti, sono i miliardi di litri di acqua che nell’ultimo anno (2014) le due principali aziende attive in questo settore, la Royal Swaziland Sugar Corporation (RSSC) e la Ubombo Sugar Limited (UBS), hanno distratto dai più importanti bacini idrici dello Swaziland per poter irrigare gli ettari di canne che gestiscono direttamente o indirettamente.

Il COSPE in Swaziland è presente in quella zona del Paese che confina con il Mozambico, la Lubombo region, una parte della quale è dominata dalle grandi piantagioni di canna da zucchero.

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