Condannata Wafaa Charaf. Vergognosa sentenza in Marocco
Lo scorso 20 Ottobre i due attivisti Wafaa Charaf, giovane giornalista e Boubker El Khamlichi, Presidente di Chabaka arrestati lo scorso 9 luglio a Tangeri dopo una lunga serie di intimidazioni, sono stati condannati rispettivamente a due anni e un anno. L’accusa è quella di “denuncia calunniosa” e con la “falsa dichiarazione di tortura e sequestro”. Una sentenza vergognosa e inaspettata che rivela quanto in pericolo siano i diritti civili e la libertà di espressione in Marocco in questo momento.
Da mesi è in piedi una mobilitazione nazionale e internazionale, coordinata da Chabaka il nostro partner marocchino, per la loro liberazione. Tra le azioni anche una lettera inviata al Ministro degli Interni e al Ministro della Giustizia e Libertà del Regno del Marocco . Per ora gli appelli e le lettere non hanno sortito nessun effetto ma la campagna per liberare Wafaa e Boubker e per affermare il diritto di espressione e di informazione nel paese.
Wafaa Charaf è un’attivista del movimento del 20 Febbraio, militante dell’Associazione Marocchina Dei Diritti Umani (Association Marocaine Des Droits Humains_ AMDH), e membro del partito “La Via Democratica ( La Voie Democratique)”.
Tutto porta a credere che il suo arresto e le rappresaglie giudiziarie siano un attacco contro di lei, vittima di una vendetta politica per aver osato opporsi e per aver denunciato pubblicamente i metodi usati dalla polizia e dalle autorità marocchine.
Si tratta di una palese violazione della libertà civile, e una condanna esemplare che mira a far ritirare le denunce delle vittime e dei querelanti, invece di arrestare i torturatori.
Nell’esprimere la nostra piena solidarietà a Wafaa Charaf, chiediamo di nuovo il suo rilascio incondizionato e chiediamo alle autorità marocchine di far luce sulle gravi accuse presentate dalla querelante, commesse dagli agenti di sicurezza, dipendenti diretti del governo, che dovrebbero essere al servizio di tutti i cittadini.
La storia di Wafaa, incontrata da Maria Donata Rinaldi, COSPE.
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