Libertà per Alberto Trentini
Si è tenuto questa mattina presso la Sala Ocera del Consiglio nazionale Ordine dei giornalisti a Roma, un incontro tra la signora Armanda Colusso Trentini, insieme all’avvocata Alessandra Ballerini, Don Luigi Ciotti, Beppe Giulietti e l’on. Gianni Cuperlo, in dialogo con i giornalisti per fare il punto sulla situazione di Alberto Trentini, cooperante italiano imprigionato ingiustamente del 15 novembre 2024 in Venezuela.
Si tratta del primo evento pubblico in cui la famiglia di Alberto Trentini ha parlato con i giornalisti, chiedendo di continuare a parlare di Alberto:
“La gente è convinta che Alberto stia per tornare a casa, che sia solo questione di giorni. Ma i giorni passano, e Alberto non torna. Dopo una breve telefonata, è calato di nuovo il silenzio. Parlate di Alberto. Scrivetene. Non lasciatelo solo. Non dimenticatelo”
COSPE è uno dei firmatari della risoluzione proposta dalla Commissione “Pace e Diritti” e votata all’unanimità il 12 marzo 2025, che chiede al Governo di mettere in atto tutti gli sforzi necessari per ottenere informazioni ufficiali sulla situazione di Alberto Trentini; di attivare urgentemente un dialogo costruttivo con le autorità venezuelane; a intraprendere tutte le azioni diplomatiche necessarie per ottenere la sua liberazione e il suo rientro in Italia nel più breve tempo possibile.
Alberto Trentini, originario del Lido di Venezia, è un cooperante italiano da sempre impegnato nel sociale. Il 17 ottobre 2024 era arrivato in Venezuela come capo missione della ONG Humanity and Inclusion (HI), attiva nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità. Il 15 novembre 2024 è stato fermato, insieme all’autista della ONG, a un posto di blocco dalle autorità venezuelane mentre si recava in missione da Caracas a Guasdualito, nel sud-ovest del Paese, al confine con la Colombia.
Secondo le poche e informali informazioni ricevute, sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo, Alberto sia stato trasferito a Caracas e, ad oggi, risulta detenuto in una struttura carceraria, senza che gli sia mai stata formalmente contestata alcuna imputazione. Da quel momento non ha più avuto contatti con l’esterno e permangono gravi incertezze sulla sua condizione. Nessuna comunicazione ufficiale è mai stata diramata né dalle autorità venezuelane né da quelle italiane. Di fatto, da oltre cinque mesi, nulla si sa delle sorti di Alberto. Inoltre, soffre di ipertensione e non si ha alcuna certezza sul fatto che stia ricevendo le cure necessarie.
Dal giorno dell’arresto, il 15 novembre, fino ad oggi – per quanto a nostra conoscenza – nessuno è riuscito a vederlo né a parlargli. Neppure il nostro Ambasciatore ha avuto la possibilità di mettersi in contatto con lui, nonostante ripetuti tentativi. In seguito a due lettere inviate dalla madre di Alberto, Armanda Colusso, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è arrivata di recente conferma che la Premier abbia telefonato alla famiglia, ribadendo che il caso è all’attenzione di Palazzo Chigi.