Fermate il Decreto Sicurezza Italiano! Oltre 70 ONG chiedono l’intervento della Commissione Europea

Aderendo all’iniziativa di European Civic Forum, COSPE è tra i firmatari della lettera indirizzata al commissario europeo Michael McGrath per fermare il Decreto sicurezza italiano. Oltre 70 ONG lanciano l’allarme sul nuovo DDL italiano, avvertendo che esso rappresenta una grave minaccia per la democrazia. La lettera arriva in un momento cruciale, alla vigilia di ampie mobilitazioni contro il Decreto Sicurezza. In particolare, in Italia la Rete nazionale “A Pieno Regime” ha organizzato una manifestazione sabato 31 maggio, a partire dalle ore 14:00, in piazza dell’Esquilino a Roma. Di seguito il comunicato stampa.

“Approvato dal governo Meloni ad aprile, il decreto introduce restrizioni sproporzionate e sanzioni severe che potrebbero criminalizzare le proteste e mettere a tacere il dissenso, violando i diritti fondamentali dell’UE alla libertà di espressione e alla protesta pacifica.

Prima di essere approvato come decreto, era stato presentato come disegno di legge in Parlamento. All’epoca, le organizzazioni della società civile, i sindacati, diversi relatori speciali delle Nazioni Unite, l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’OSCE e il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa hanno sostenuto che avrebbe violato il diritto internazionale in materia di diritti umani e avrebbe avuto un impatto sproporzionato su gruppi specifici, tra cui le minoranze razziali, i migranti e i rifugiati. Hanno inoltre sottolineato che la maggior parte delle disposizioni potrebbe danneggiare la democrazia e le libertà fondamentali e avere “il potenziale di minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto”.

La nuova legge arriva in un momento di restringimento dello spazio civico e di sistematico regresso dello Stato di diritto in Italia. Diverse proposte legislative avanzate dal governo italiano comportano rischi significativi per l’indipendenza della magistratura, accompagnati da un numero senza precedenti di attacchi e minacce contro i media, dalla criminalizzazione sistematica della solidarietà e da attacchi ai diritti di genere, LGBTQI+ e delle donne.

Il 10 marzo 2025, il CIVICUS Monitor ha inserito l’Italia nella Watchlist, che richiama l’attenzione sui paesi in cui si registra un grave declino nel rispetto dello spazio civico, insieme alla Repubblica Democratica del Congo, al Pakistan, alla Serbia e agli Stati Uniti d’America.

Si assiste a un crescente regresso democratico in diversi Stati membri dell’UE, che stanno seguendo le orme dell’Ungheria, dove lo spazio civico e lo Stato di diritto sono stati gradualmente smantellati.

Questo percorso è profondamente incompatibile con la promessa fondamentale dell’UE sancita dall’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea: offrire ai suoi cittadini libertà, sicurezza e giustizia.

La Commissione europea ha sia la competenza che l’obbligo di agire quando uno Stato membro non rispetta i valori dell’Unione, viola i diritti tutelati dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE e erode lo Stato di diritto. Ecco perché, insieme a oltre 70 ONG, esortiamo il Commissario a:

  1. Chiedere pubblicamente al governo italiano di abrogare la legge sulla sicurezza e garantire il pieno rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’UE e dei valori sanciti dagli articoli 2 e 3 del TUE.
  2. Formulare una raccomandazione forte ed esplicita nella relazione sullo Stato di diritto 2025, condannando la legge ed evidenziandone i gravi effetti sullo spazio civico, sulla democrazia e sullo Stato di diritto.
  3. Effettuare una visita sul campo in Italia per incontrare e dialogare con la società civile, in particolare con i gruppi più colpiti.
  4. Impegnarsi in un dialogo politico diretto con il governo italiano per garantire il rispetto della democrazia e dello Stato di diritto.
  5. Effettuare una valutazione giuridica della compatibilità del decreto sulla sicurezza con il diritto dell’UE e, se le violazioni sono confermate, avviare una procedura di infrazione ai sensi dell’articolo 258 TFUE.”

Qui la lettera “Urgent call to address democratic backsliding, civic space and rule of law deterioration in Italy”: