STOP AL GENOCIDIO. COSPE partecipa al presidio per interrompere il silenzio

 

“Questo silenzio ci uccide, come i missili israeliani”,  Wael Al-Dahdouh, Al Jazeera a Gaza. 

COSPE partecipa, insieme a un’ampia rete di organizzazioni, al presidio che si terrà giovedì 15 maggio alle ore 11.00 davanti alla Farnesina (viale dei Giusti della Farnesina Roma).  

“Di fronte all’orrore che si consuma ogni giorno a Gaza (più di 50mila morti ad oggi), il silenzio non è più un’opzione. Le immagini che arrivano dalla Striscia, i racconti dei sopravvissuti, i corpi dei bambini estratti dalle macerie, gli ospedali ridotti in cenere e le famiglie cancellate dalla violenza armata non possono essere derubricati a “effetti collaterali” di una guerra. Sono le prove di una tragedia umanitaria e politica, che la storia giudicherà come un crimine contro l’umanità.

In questa giornata simbolica, in cui si celebra la Nakba, la “catastrofe”, in memoria dello sfollamento forzato di oltre 800.000 palestinesi avvenuto nel 1948 con la creazione dello Stato di Israele, ci è sembrato doveroso essere presenti a un presidio davanti al Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale italiano. 

Noi di COSPE, organizzazione da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani e nella promozione della giustizia globale, chiediamo alla Presidente Meloni e al Governo italiano di rompere immediatamente il silenzio e assumersi le proprie responsabilità davanti al diritto internazionale e alla coscienza civile del nostro Paese. Chiediamo dunque che l’Italia: 

Dichiari il pieno sostegno ai meccanismi di giustizia internazionale, inclusa la Corte Penale Internazionale, la Corte Internazionale di Giustizia e gli organi e le procedure speciali delle Nazioni Unite, 

Interrompa qualsiasi forma di complicità con il genocidio in corso sospendendo qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari allo Stato di Israele (negli ultimi 3 anni sono state esportati più di 30 milioni di armi, istat) 

Sospenda ogni accordo commerciale o di cooperazione con Israele, finché non verranno rispettate le risoluzioni ONU e i principi fondamentali del diritto umanitario.

Riconosca lo Stato di Palestina, come già annunciato da Spagna, Irlanda e altri Paesi europei, contribuendo a costruire una soluzione politica basata sulla giustizia e sulla fine dell’occupazione e un primo fondamentale passo verso la soluzione di due popoli due stati.

L’Europa si sta svegliando, lentamente, ma l’Italia continua a voltarsi dall’altra parte. La neutralità di fronte a un massacro non è equidistanza: è complicità. Le parole non bastano più. È il tempo di atti concreti. 

Chiediamo con forza che il nostro governo non resti inerme mentre si consuma un massacro, ma agisca. Ora.”

Anna Meli, presidente COSPE 

 

COSPE lavora dal 1995 in Palestina con progetti di sostegno a giovani e donne, oggi messi a rischio dall’escalation del conflitto e dagli inasprimenti introdotti dalle autorità israeliane, che limitano le operazioni delle organizzazioni umanitarie, contravvenendo agli obblighi che ha Israele in riferimento alla protezione della popolazione civile sotto occupazione, secondo le Convenzioni di Ginevra. COSPE, lo scorso anno ha partecipato, tra i promotori, alla Carovana Solidale “Gaza oltre il confine” al valico di Rafah. A un anno di distanza pur non potendo tornare a Rafah, COSPE rimane tra i promotori dell’iniziativa e della seconda Carovana solidale, che torna al confine per testimoniare, ancora una volta, la drammatica situazione in cui versa la popolazione palestinese. Un’iniziativa di straordinario valore, unica nel suo genere, che riunisce quell’Italia che dice no allo sterminio del popolo palestinese.

14 maggio 2025