La società civile europea è solidale con il popolo serbo
STATEMENT:
La società civile europea è solidale con il popolo serbo
Noi, rappresentanti della società civile europea di tutto il continente, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la rapida escalation di restrizioni, attacchi e repressione contro la società civile in Serbia e chiediamo alle autorità serbe di porvi fine.
L’ultima incursione illegale della polizia contro cinque importanti organizzazioni non governative rappresenta un’intensificazione netta e profondamente preoccupante dello sforzo sistematico di mettere a tacere le voci critiche e sopprimere le libertà fondamentali. Questo attacco mirato sottolinea la crescente repressione nei confronti delle organizzazioni che danno direttamente ai cittadini la possibilità di partecipare alla vita pubblica e di chiedere conto alle autorità.
Siamo fermamente solidali con il popolo serbo che sta resistendo coraggiosamente all’oppressione dello Stato e al malgoverno sistematico. Le proteste di massa sono state scatenate dal tragico crollo della stazione ferroviaria di Novi Sad, recentemente ristrutturata, il 1° novembre 2024, che ha causato 15 vittime e due feriti gravi. Questo disastroso incidente ha messo a nudo la corruzione e la negligenza sistematica delle autorità, motivo per cui le proteste chiedono un cambiamento sistemico oltre alla responsabilità del governo per la tragedia. Il governo serbo ha risposto a queste legittime espressioni di dolore e indignazione con una crescente repressione contro la società civile.
La portata della violenza e dell’intimidazione da parte dello Stato è profondamente allarmante. Sono stati documentati decine di attacchi ai manifestanti, tra cui veicoli lanciati contro la folla e il brutale assalto di una studentessa da parte di attivisti del partito al governo. Questi esempi illustrano fino a che punto il governo è disposto a spingersi per reprimere il dissenso e negare la responsabilità del disastro. Coloro che esprimono sostegno al movimento – studenti, professori, attivisti e voci indipendenti – sono accusati di agire per conto di interessi stranieri e devono affrontare minacce, sorveglianza, interrogatori di polizia e la perdita del lavoro.
Questi attacchi non sono una novità. Per oltre un decennio, la leadership politica serba ha allontanato il Paese dai valori democratici e dagli impegni richiesti per l’integrazione nell’UE. Lo spazio civico in Serbia è stato classificato come “ostacolato” dal CIVICUS Monitor, sottolineando le sfide di lunga data affrontate da coloro che si sono impegnati in questo percorso. Queste tendenze fanno parte di un manuale autoritario che abbiamo imparato a conoscere e sperimentato anche nei nostri Paesi dell’UE.
Eppure, di fronte a questa repressione, la resilienza della società serba ci ispira e ci dà speranza. Le proteste, che si sono estese ad almeno 245 città e paesi, hanno portato in strada decine di migliaia di persone, a volte fino a 100.000. L’ampio sostegno di cui gode il movimento da parte di sindacati, agricoltori, ordini degli avvocati, imprese private e cittadini auto-organizzati dimostra quanto sia radicato nella società serba. È la più grande mobilitazione in Serbia da decenni, che dimostra la forza della società civile e lo spirito indomito del popolo serbo nella sua lotta per la democrazia e la giustizia.
Tutte le nostre lotte, in ciascuno dei nostri paesi, sono interconnesse e la forza di questo movimento è un altro mattone del nostro potere collettivo. La lotta del popolo serbo per la democrazia, la trasparenza e i diritti umani è anche una lotta per i valori fondamentali su cui la stessa UE afferma di essere costruita. Ma l’incapacità dell’UE di agire con decisione ha contribuito ad aumentare la sfiducia dei cittadini serbi nei confronti del percorso europeo, indebolendo il processo di allargamento nel suo complesso e screditando la politica estera dell’UE. Sono urgentemente necessari messaggi più chiari e azioni concrete per dimostrare ai cittadini e alle organizzazioni della società civile che non sono soli in questa lotta e che l’UE sostiene veramente i valori che afferma di difendere.
Siamo solidali con il popolo serbo nella ricerca di un futuro democratico condiviso.