Anche il Consiglio d’Europa lancia l’allarme sul razzismo in Italia. COSPE: “situazione preoccupante che denunciamo da tempo”.
Violenza razzista, odio nel discorso pubblico e nei social media, mancato riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQI+ e delle persone Rom, Sinte e Camminanti, profilazione razziale delle forze dell’ordine sono le questioni principali che emergono dal Rapporto di ECRI – Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, pubblicato oggi, 22 ottobre 2024. Il periodo analizzato è quello che va dal 2018 al 2023 e il rapporto esce ogni 5 anni. Permette di valutare lo stato di salute in ambito di diritti umani e lotta alle discriminazioni di tutti gli Stati membri, secondo criteri omologhi e valutabili nel tempo.
“ECRI, che è un organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa specializzato nel contrasto ad ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo e intolleranza – afferma Alessia Giannoni, direttrice dei programmi Italia di COSPE – fotografa una situazione preoccupante, che le associazioni della società civile e le persone razzializzate, che vedono i proprio diritti sempre più in pericolo, denunciano da tempo. Ora che anche l’Europa lancia un alert, ci auguriamo che alcuni provvedimenti urgenti vengano presi. Anche se a giudicare dalla reazione scomposta del Viminale all’uscita del report e alle raccomandazioni sulle forze dell’ordine e ai rischi del racial profling, temiamo che non si vogliano vedere e affrontare le questioni sul tavolo“.
Numerose sono le raccomandazioni all’Italia per far fronte alle tante mancanze, tra cui l’assenza di un Piano d’azione nazionale contro il razzismo e l’annosa questione della mancata indipendenza di Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che è ancora incardinato all’interno del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Anche la scuola nel mirino, con la necessità di sostenere in misura maggiore i bambini e le bambine con background migratorio nel campo dell’istruzione, garantendone l’accesso a scuola e un adeguato sostegno nell’apprendimento della lingua.
COSPE ha contribuito al rapporto partecipando alle audizioni volte in Italia lo scorso anno e mettendo a disposizione le proprie expertise e proprio i risultati di alcuni progetti di supporto alle vittime di crimini d’odio sono citati come buone pratiche, come Stand for victims e V. Start, nell’ambito del quale era stata realizzata la campagna ” L’odio lascia sempre il segno, non restare indifferente ( foto di copertina)”.