“È ora di prendere posizione”. Decine di organizzazioni inviano una lettera ai parlamentari europei per fermare la deriva autoritaria nella UE.
«Pretendiamo il rispetto dei diritti fondamentali di cui l’Europa si vanta di essere storicamente depositaria, vogliamo che la società civile venga ascoltata, per questo, in vista dell’avvio della nuova legislatura, reiteriamo il nostro appello ad un cambio di passo nelle politiche europee in tema di migrazione e asilo».
Con questa premessa, oggi, decine di organizzazioni italiane impegnate – come COSPE – nell’accoglienza ai migranti, nella promozione dei diritti sanciti da leggi e convenzioni internazionali, nel salvataggio in terra e in mare, già impegnate nei mesi scorsi per evitare l’approvazione in seno al parlamento europeo del Patto Migrazione e Asilo, hanno inviato una lettera aperta ai parlamentari europei dei gruppi Socialisti e Democratici e dei Verdi, e a quelli eletti in Italia negli stessi schieramenti e all’interno del Movimento Cinque Stelle.
Le stesse organizzazioni, a cui se ne sono aggiunte in queste ore altre 30 della società civile che, in maniera collettiva, hanno firmato l’appello, sono state impegnate nei mesi scorsi in diverse città, da Caserta a Cosenza e Lamezia Terme, da l’Aquila a Firenze, Reggio Emilia, Roma, Milano, Taranto, Varese, Urbino, nella Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento, un percorso di informazione e formazione che si è svolto sui territori con giuristi ed operatori per capire tutti insieme come disobbedire al Patto europeo Migrazioni e Asilo, e che si è chiuso a Bologna il 4 maggio scorso con una grande assemblea nazionale che ha visto la partecipazione di centinaia di persone.
Ora l’obiettivo è trovare nuove alleanze all’interno delle istituzioni europee per contrastare una preoccupante deriva autoritaria che si esprime all’interno del governo Ue sia in termini di contenuti normativi che di strategie politiche. E, in questo senso, la recente assegnazione della vice-presidenza della Commissione all’estrema destra italiana, di certo, non può farci dormire sogni tranquilli.
La lettera ai parlamentari, presentata alla stampa da decine di organizzazioni, a cui hanno aderito oltre cinquecento persone singole, si pone come ulteriore obiettivo di rilanciare le azioni della mobilitazione civile e, per questo, le scriventi chiedono un incontro ai parlamentari che si dovrebbe tenere a Bruxelles nelle prossime settimane.
Intanto, all’interno della lettera, si chiede, tra le altre cose, di rafforzare ed incrementare le vie di accesso sicure e legali in Europa, e garantire l’accesso al territorio europeo per chi cerca protezione; di fermare l’uso della detenzione amministrativa; l’abolizione dell’agenzia Frontex, e di creare un dispositivo trasparente di monitoraggio sugli accordi stipulati dall’Unione europea con Paesi terzi.
«Con questa lettera pretendiamo che venga avviato un cambio di passo profondo in quelle politiche, sbagliate, sia in termini di contenuti, sia di direzione, che continuano a provocare migliaia di morti nel mar Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico, lungo la rotta balcanica. Chiediamo di fermare l’Europa dei muri e delle stragi, per costruire finalmente l’Europa dei diritti», dichiara Giovanna Cavallo, coordinatrice del Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose, a nome delle tante realtà che hanno rivolto l’appello al parlamento europeo appena insediatosi.
23 settembre 2024