Adriano Karipuna: “Non lasciateci soli: sostenete la nostra battaglia”

Adriano Karipuna Amazzonia

“L’Amazzonia non è solo la nostra casa; è un patrimonio dell’umanità, e la sua distruzione mette a rischio l’intero pianeta,” ha dichiarato il leader indigeno.

Sta pubblicando post e video sulla situazione in Rondônia, lo stato dove vive e le immagini sono terrificanti. Una coltre di fumo invade le strade e la foresta. Adriano Karipuna, leader indigeno del popolo Karipuna di Rondônia, Brasile, è figura nota in Italia, grazie alla sua presenza nell’ambito della campagna COSPEAMAzzonia“, che ha realizzato numerosi eventi di sensibilizzazione sui devastanti effetti della deforestazione e dell’assalto delle economie predatrici sulla foresta pluviale.

Adriano Karipuna Amazzonia

La rappresentante COSPE in Brasile, Martina Molinu, ha raccolto due giorni fa una testimonianza drammatica di quanto sta succedendo. Adriano ha problemi di salute legati al fumo tossico degli incendi e sta soffrendo ancora di più delle minacce da parte di chi sostiene il commercio illegale di legname.

Rondônia è stato classificato come il terzo stato del Brasile con il maggior numero di focolai di incendi, rappresentando il 15% di tutti i casi registrati nel paese. Questa posizione nella classifica nazionale riflette la gravità della situazione e l’urgenza di misure efficaci per contenere l’avanzata degli incendi.

Le conseguenze di questi incendi sono devastanti: non solo distruggono la biodiversità della regione, ma hanno anche un impatto diretto sulla salute umana e contribuiscono al cambiamento climatico globale.

Negli ultimi anni, l’Amazzonia brasiliana ha subito un’ondata senza precedenti di incendi, con il 2024 che segna un triste record. Con una media di 100 nuovi incendi all’ora, l’Amazzonia ha registrato il peggior giorno dell’anno in termini di focolai, superando il precedente record dell’11 agosto 2019. Secondo l’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (INPE), sono stati rilevati ben 2.433 focolai tra le 21:00 di martedì e le 20:59 di mercoledì. La situazione è particolarmente grave negli Stati di Mato Grosso, Rondônia e Amazonas, dove una vasta massa di monossido di carbonio, rilevata dal sito di previsioni Meteo Windy, si estende per oltre 500 chilometri lungo il confine con la Bolivia.

Ad oggi, il Brasile ha registrato oltre 115.000 incendi nel 2024, pari al 46% del totale degli incendi in Sud America. Questo incremento degli incendi è in parte attribuito alla grave siccità che ha colpito l’Amazzonia, strettamente legata ai cambiamenti climatici. Il livello del fiume Madeira che attraversa lo Stato di Rondônia ha infatti in questi giorni raggiunto minimi storici, oltrepassando l´emergenza registrata nel 1967. Tuttavia, la maggior parte di questi incendi non è di origine naturale. Spesso, sono causati dall’uso improprio di macchinari o tecniche agricole che, in condizioni di siccità estrema, diventano estremamente pericolose.

Adriano Karipuna ha sottolineato come queste pratiche rappresentino una minaccia esistenziale non solo per le comunità indigene, ma anche per l’intero ecosistema amazzonico. “L’Amazzonia non è solo la nostra casa; è un patrimonio dell’umanità, e la sua distruzione mette a rischio l’intero pianeta,” ha dichiarato il leader indigeno. La deforestazione, accelerata durante l’amministrazione di Jair Bolsonaro, ha subito una temporanea riduzione sotto la presidenza di Luiz Inácio Lula da Silva, che ha promesso di azzerare la deforestazione illegale entro il 2030. Nei primi sei mesi del 2024, il Brasile ha registrato 1.525 chilometri quadrati di deforestazione, un calo rispetto ai 2.649 dello stesso periodo del 2023.

Nonostante questo progresso, la situazione rimane critica.

Adriano Karipuna continua a lottare instancabilmente per la protezione della sua terra e del suo popolo. La sua resistenza non è solo una questione di sopravvivenza per i Karipuna, ma un richiamo globale alla necessità di proteggere uno degli ecosistemi più preziosi del nostro pianeta. Il suo messaggio è chiaro: la salvaguardia dell’Amazzonia è una responsabilità condivisa dall’intera umanità, e il tempo per agire è adesso.

 

30 agosto 2024