Zica Pires. Un’attivista in prima linea per i diritti umani e ambientali in Brasile.
Zica Pires è una giovane nera, quilombola, discendente di uomini e donne che nel XVII secolo furono rapiti in Guinea-Bissau e portati con la forza in Brasile per essere ridotti in schiavitù nelle fattorie di cotone da un irlandese. La lotta per la libertà intrapresa dai suoi antenati ha dato origine al territorio di Quilombola Santa Rosa dos Pretos, zona rurale della regione del Maranhão, in Brasile, dove Zica Pires vive da quando è nata 26 anni fa. Formato da 20 quilombos (comunità), il territorio conta circa 850 famiglie, una media di quattromila persone.
Illustratrice, educatrice laureata presso l’Università Federale del Maranhão e difensora dei diritti umani e ambientali, Zica Pires è cresciuta camminando e giocando nelle foreste e nei torrenti del suo quilombo.
Tuttavia, per quasi tre decenni, la giovane leader ha assistito alla devastazione di parte del suo territorio ancestrale da parte delle aziende pubbliche e private che lo attraversavano. Sono cinque le linee elettriche che invadono il territorio, un’autostrada federale che il governo brasiliano vuole ora duplicare senza consultare la popolazione di Quilombola e tre ferrovie.
Due di queste ferrovie appartengono alla compagnia mineraria transnazionale Vale S.A. L’azienda è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani e ambientali in tutto il Brasile (vedi il disastro della diga di Brumadinho ndr) e anche nel territorio quilombola di Santa Rosa dos Pretos, come la devastazione delle foreste, l’insabbiamento e la morte dei torrenti, l’uccisione di persone e animali da parte dei treni, inquinamento acustico e ambientale, inquinamento delle acque e criminalizzazione dei leader delle comunità.
Il rapporto fisico e spirituale che la giovane leader di Quilombola ha con la natura e gli esseri spirituali che governano il territorio hanno determinato e determinano le sue scelte. Nel 2017, Zica Pires e un gruppo di giovani del quilombo di Santa Rosa dos Pretos hanno creato il collettivo Agentes Agroforestales Quilombolas (AAQ). Composto da 15 giovani donne e uomini, il collettivo AAQ si occupa del recupero di foreste e torrenti dalla piantumazione di alberi autoctoni e della sorveglianza e ispezione di routine delle aree sacre. Con il recupero dei corsi d’acqua garantiscono l’autonomia delle acque comunitarie, mantenendo vive e pulite sorgenti e falde acquifere. Realizzano anche orti residenziali e piantagioni agroforestali collettive per garantire l’autonomia alimentare. Periodicamente svolgono laboratori di formazione politica tra giovani quilombola di diverse zone del Maranhão. In questi seminari vengono discussi temi come l’identità, l’ascendenza, la lotta al razzismo e le forme autonome di lotta.
Come un seme, Zica Pires si connette con la terra per prendersene cura e coltivarla, liberandosi per quanto possibile, dalla violenza dell’estrattivismo capitalista praticata da aziende e governi sul suo corpo-territorio.
Zica Pires, brasiliana, insieme ad altre leader e attiviste per i diritti umani e ambientali di Argentina, Perù e Colombia, partecipa alla campagna “Agua para los pueblos!” contro la piaga dell’estrattivismo che da decenni ormai colpisce tutta l’America Latina e in particolare quelle zone gestite in modo comunitario da popolazioni indigene basate su valori ancestrali.
La campagna prevede la realizzazione e la diffusione di 4 video in cui raccontano come hanno vissuto l’arrivo dell’estrattivismo nei loro territori, come li ha influenzati e cosa sognano per le loro comunità, che saranno lanciati proprio in occasione del 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani.
Un modo per raccontare l’impatto di questa pratica di sfruttamento sul loro corpo e sul loro territorio. Saranno soprattutto le donne a parlare perché è su di loro che l’impatto è stato sicuramente più violento e perché sono spesso loro all’interno delle comunità a praticare una vera resistenza e a guidare questa lotta alle ingiustizie e alle devastazioni.
La campagna internazionale “Aguas para los pueblos”, è un’iniziativa di informazione guidata da popolazioni autoctone, tradizionali e contadine in Argentina, Brasile, Colombia e Perù i cui diritti all’acqua, alla salute e alla protesta sono stati gravemente colpiti dalle società minerarie e siderurgiche transnazionali.
“Acqua per i popoli!” Cerca di denunciare le violazioni commesse anche nominando e ritenendo responsabili le società che inquinano, distruggono e monopolizzano l’acqua.
La campagna internazionale inoltre cerca anche di rafforzare le strategie per creare resistenza e buon vivere attuate dalle popolazioni indigene, tradizionali e contadine in difesa del loro diritto all’acqua, alla terra, al territorio e alla vita.
In ciascuno dei quattro paesi in cui si svolge la campagna, sono i partner del progetto a cui partecipa anche COSPE “Principi Guida. Verso meccanismi di difesa per la protezione dei diritti umani in America Latina”, a sostenere le iniziative delle comunità protagoniste dell’azione internazionale: Beienaveturados los probres in Argentina, Justiça nos Trilhos in Brasile, Pensamiento y Acción Social (Pas) in Colombia e CooperAcción in Perù.
I “Principi Guida” sono stati approvati dall’Onu nel 2011, e sebbene non siano vincolanti in materia di protezione dei diritti, costituiscono comunque un importante avanzamento nella costruzione di una democrazia globale, perché permettono agli Stati di riconoscer formalmente che le imprese multinazionali hanno la responsabilità di rispettare i diritti umani. Nei paesi in cui si svolge il progetto e la campagna, siamo ancora molto lontani dalla loro applicazione, ma è stato fatto e si sta facendo un lungo lavoro di consapevolezza tra le popolazioni di questi paesi e un lavoro di advocacy con le loro istituzioni, perché questi principi siano conosciuti e applicati al più presto.
6 dicembre 2020