Buone notizie per il volontariato in Toscana. Ce lo dice una ricerca di Cesvot

Una buona notizia in questi tempi bui per il mondo della solidarietà: i toscani, conoscono, apprezzano e praticano il volontariato.  Ce lo dice la ricerca di Sociometrica per conto di Cesvot “ Rapporto tra opinione pubblica e volontariato in Toscana” presentata lo scorso 11 febbraio in conferenza stampa. Un dato interessante emerge anche sulle ong, che per il 48,9 % degli intervistati sono “associazioni che fanno il bene e che sono da ammirare”.  

Certo il 37 % dice che fanno del bene ma talvolta vanno oltre le regole e l’8 % che “fanno cose negative che non condivido”. Segno che la propaganda e la criminalizzazione della solidarietà è in qualche modo passata. Ma concentriamoci sul dato positivo e sull’alta percentuale dei cittadini toscani che appoggiano e sostengono il nostro lavoro, come quello di tante associazioni del territorio: “Emerge con grande chiarezza – ha detto Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, che ha condotto l’indagine – lo spaccato di una società con un altissimo senso civico che non delega il bene sociale allo Stato, ma se ne fa protagonista anche in prima persona. C’è grande attenzione oltre che ai servizi destinati alle persone, anche a quelli relativi alla cultura e alla qualità della vita collettiva. E’ una società viva e ad alta soggettività”.

Sono 450mila le persone che fanno attivamente volontariato, 2 su 3, e 200 mila sono pronti a iniziare a farlo.  In questo caso, a essere preferite non sarebbero le associazioni con grandi brand nazionali e internazionali, ma le associazioni locali, segno che la prossimità e le relazioni personali siano gli elementi più attrattivi e determinanti per sviluppare la disponibilità verso il volontariato.

Per Federico Gelli, presidente di Cesvot: “I dati che emergono ci parlano di una società matura ed altruista, che pratica solidarietà e che rispetta e apprezza chi si dedica agli altri, all’ambiente ed ai beni comuni in genere. È una popolazione che ritiene giusto che i cittadini facciano la loro parte, insieme alle istituzioni pubbliche, per migliorare la qualità della vita di tutti, in primis delle persone più deboli. Insomma un patrimonio di valori, di pratiche e di disponibilità che supera ogni più rosea aspettativa. Ci piace pensare che questo ritratto indurrà ancora di più la classe politica presente e futura ad avere cura del tessuto sociale di questa regione, la cui popolazione sembra conservare un dna altruistico e disponibile, tanto difficile a ricostruire quando viene a mancare”.

Per il 74,2% delle persone intervistate le attività di welfare devono essere prevalentemente svolte dallo Stato, sebbene si consideri fondamentale l’apporto dei cittadini, delle istituzioni, delle associazioni e delle imprese della società civile. La disponibilità complessiva a svolgere attività di volontariato registra risposte positive per il 96,5% delle persone intervistate, al di sopra della media nazionale del Rapporto Censis 2019 (64,1%).

Anche l’atteggiamento generale verso il bisogno è positivo per il 98,5% delle persone e si suddivide tra chi sostiene che si debba sempre aiutare (64,8%), chi sostiene che si debbano scegliere bene i destinatari (30,8%), aiutare solo chi si conosce (2,9%). Tra le categorie considerate più “meritorie” di ottenere l’aiuto del volontariato: anziani non autonomi (49,1%), malati (35,1%) e disabili (34,8%).

Per quanto riguarda il livello di conoscenza del volontariato ben il 74% della popolazione ritiene il volontariato come un fatto positivo e fondamentale per la società. Altro dato rilevante è che la classe d’età più favorevole al volontariato è quello più impegnata sul lavoro, dai 30 ai 54 anni. Per il 74,8% delle persone i volontari “fanno del bene agli altri e sono da ammirare”….

 

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