Nasci, Cresci, ti prendi cura dell’Italia: Verso una Riforma Inclusiva della Cittadinanza
Dal 18 al 20 ottobre 2024, a Bologna si è tenuta “Nasci, Cresci, ti prendi cura dell’Italia”, un’iniziativa organizzata per stimolare il dialogo e promuovere azioni concrete verso una riforma inclusiva della legge sulla cittadinanza in Italia. Con la partecipazione di rappresentanti politici e politiche, attivisti e attiviste, e associazioni, la tre giorni ha rappresentato un’occasione unica per affrontare le sfide e le complessità legate all’accesso alla cittadinanza per le persone con background migratorio, una tematica che ha guadagnato una rilevanza sempre maggiore negli ultimi anni, come dimostrato dalla recente campagna referendaria sulla cittadinanza che ha raccolto oltre 600.000 firme in tutta Italia.
La questione della cittadinanza italiana, ancorata principalmente al principio dello “ius sanguinis”, è stata storicamente al centro di dibattiti e movimenti sociali che si sono intensificati a partire dagli anni ’90 e 2000. La legge n. 91 del 1992, pur introducendo nuove modalità di acquisizione della cittadinanza, non ha tuttavia risposto adeguatamente alle esigenze di un Paese sempre più multiculturale. Di fronte a un’Italia in cui si riconosce la presenza di milioni di persone nate e cresciute nel territorio nazionale senza però poter beneficiare del pieno diritto di cittadinanza, numerosi gruppi di attivisti, attiviste, associazioni e movimenti hanno continuato a promuovere il cambiamento per arrivare a una normativa che rispecchia una realtà ormai consolidata.
Durante le giornate, i e le partecipanti hanno condiviso esperienze e criticità riscontrate nei loro ruoli di rappresentanza. I consiglieri, le consigliere comunali e gli attivisti e le attiviste presenti hanno evidenziato come il dibattito sulla cittadinanza sia spesso polarizzato da narrazioni che legano il tema della cittadinanza a questioni di sicurezza e migrazione irregolare. Questa percezione negativa è stata alimentata da anni di rappresentazioni mediatiche e da un’opinione pubblica che continua a considerare la cittadinanza come un privilegio da difendere.
In questo scenario, molte delle sfide risiedono nella mancanza di accessibilità per chi desidera avvicinarsi al tema e nella carenza di risorse istituzionali e mediatiche che supportino un’inclusione consapevole e positiva. È stato sottolineato come le lotte per una cittadinanza inclusiva siano spesso fraintese o strumentalizzate, venendo percepite come rivendicazioni di “quote simboliche” o limitate a una visione paternalistica piuttosto che emancipatoria.
Uno degli elementi centrali dell’evento è stata l’analisi critica della legge sulla cittadinanza, considerata inadeguata e discriminatoria da molti partecipanti e partecipanti. I lunghi tempi di attesa, i requisiti di reddito elevati e la necessità di mediatori e mediatrici culturali negli uffici pubblici sono solo alcuni degli ostacoli che limitano l’accesso alla cittadinanza. La complessità burocratica della normativa attuale contribuisce inoltre a creare un sistema di esclusione che divide la popolazione in “cittadini di serie A e di serie B”. Questa divisione si riflette in disuguaglianze tangibili, come l’accesso limitato ai servizi pubblici, alla rappresentanza politica e alle opportunità educative e professionali.
I dibattiti hanno messo in luce una serie di proposte e soluzioni volte a costruire una campagna più inclusiva e incisiva. Tra le priorità emerse, si è evidenziata la necessità di una comunicazione più accessibile e mirata, che tenga conto della diversità linguistica e culturale delle comunità di prima e seconda generazione. Una delle proposte più apprezzate riguarda la creazione di materiali di comunicazione multilingue e di partnership con leader e leader di comunità e influencer locali, in grado di raggiungere i destinatari in modo efficace e diretto.
Uno degli aspetti più discussi della tre giorni è stata la necessità di modificare la narrazione pubblica legata al tema della cittadinanza. Al fine di ottenere un consenso più ampio, è fondamentale cambiare l’attuale rappresentazione che lega la cittadinanza a una questione di sicurezza o di “privilegio da proteggere”. I partecipanti e le partecipanti hanno proposto di costruire una nuova narrativa che metta in evidenza il valore dell’inclusione, della pluralità culturale e del contributo positivo delle persone di origine migrante per la società italiana.
Questa nuova narrativa dovrebbe essere accompagnata da azioni di advocacy mirate, tra cui campagne di sensibilizzazione nei principali media e sui social network, con il coinvolgimento di aziende, fondazioni e organizzazioni private che possano ampliare il supporto e la visibilità del tema. In questo contesto, le sentenze delle corti e l’influenza di settori come quello cattolico possono rappresentare leve importanti per orientare l’opinione pubblica e sostenere una riforma della cittadinanza inclusiva.
Il protagonismo delle nuove generazioni è stato considerato essenziale per garantire un cambiamento reale e duraturo. I partecipanti e le partecipanti hanno espresso la necessità di ampliare la campagna di riforma coinvolgendo più attivamente i giovani e le giovani, soprattutto quelli con background migratorio, attraverso programmi di educazione civica nelle scuole e progetti di sensibilizzazione che illustrano sia i diritti che i doveri legati alla cittadinanza. Il supporto di reti studentesche, associazioni e istituzioni scolastiche è visto come una risorsa chiave per avvicinare i giovani e le giovani ad un attivismo consapevole e per favorire una cittadinanza partecipativa.
Un esempio di azione concreta proposto durante l’evento riguarda l’organizzazione di una “call to action” per le comunità, al fine di creare un effetto a catena che incoraggi la partecipazione attiva. Questa azione potrebbe essere supportata da strumenti come un toolkit di attivazione, contenente linee guida e risorse per mobilitare i leader e le leader di comunità e ampliare il messaggio della campagna.
La tre giorni “Nasci, Cresci, ti prendi cura dell’Italia” ha evidenziato quanto sia urgente adottare un approccio inclusivo e coeso per promuovere la riforma della legge sulla cittadinanza in Italia. Le proposte emerse puntano a rafforzare il dialogo tra istituzioni, società civile e comunità migranti, con l’obiettivo di costruire una cittadinanza più giusta e rappresentativa.
Il cammino verso una legge inclusiva richiede una narrazione che valorizzi la pluralità culturale e un lavoro continuo di sensibilizzazione e advocacy. Se la campagna di riforma riuscirà a coinvolgere attivamente le comunità migranti, le nuove generazioni e la società civile, si potrà creare una società più coesa, in cui la cittadinanza diventi un diritto universale e non un privilegio esclusivo. La costruzione di questa visione condivisa è la chiave per una società italiana che riconosca e valorizzi appieno il contributo di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalle loro origini.